Non ha neanche finito di pronunciare la parola “accetto”, che su twitter iniziano a piovere le prime gocce acide contro Kamala Harris. È affascinante, davvero, vedere come un complotto prenda vita, o meglio, come lo si nutra con insinuazioni e giochi di prestigio. Primo passo: “Quanto tempo passerà prima che escano le cose sulla Harris che sanno tutti…?”.
Geniale. Questo messaggio è un capolavoro di malizia. Primo, ci si piazza subito su un piedistallo di superiorità: lo sanno tutti, e tu sei l’idiota che ancora brancola nel buio. Poi, se ti avventuri tra le risposte, scopri un banchetto di notizie furbescamente assortite: Kamala è stata l’amante di Willie Brown, futuro primo sindaco nero di San Francisco? Ah, questo è vero. Ma attenzione alle perle avariate: “Accompagnatrice di Puff Daddy” e “problemi con l’alcol”.
Lascia che il popolo di twitter si sfoghi, seminando idee degne di un romanzo pulp: “Sta a noi farle uscire”, “Dipende se il deep state vuole rischiare”, “Nome di battaglia “kamayala”” o il sempreverde “Che è Kamalo invece che Kamala?!”; quello sveglio: “Se le sanno tutti, vuol dire che sono già uscite. O no?”.
Ma il colpo da maestro arriva qualche riga più giù: “Io non le so… illuminami”. Ed ecco che, come un esperto venditore di pentole, che ti propone Rolex in omaggio, ti arriva l’offerta imperdibile: “Devi entrare nel profilo premium”.
Non ha neanche finito di pronunciare la parola “accetto”, che su twitter iniziano a piovere le prime gocce acide contro Kamala Harris. È affascinante, davvero, vedere come un complotto prenda vita, o meglio, come lo si nutra con insinuazioni e giochi di prestigio. Primo passo: “Quanto tempo passerà prima che escano le cose sulla Harris […]