Voci di strada
di Valentina Petrini

L’incidente del ’23 e la “svendita”: Grecia, l’Ue deraglia

Decine di corpi sono rimasti intrappolati tra i rottami dei due treni. Tanti studenti universitari che tornavano a casa. Sciolti, disintegrati. Un anno e mezzo dopo, le famiglie non hanno avuto ancora vera giustizia. E noi greci non sapremo mai la verità su cosa è accaduto quella sera”. Mario gestisce una casa vacanza a Naxos, la più grande isola delle Cicladi. Quando gli chiedo come se la passa oggi la Grecia, dopo gli anni duri della politica economica della troika, lui risponde: “Io ho scelto di vivere di turismo, personalmente sto bene. La Grecia invece è in uno stato che non si addice al 21esimo secolo. Un fallimento europeo”.

Già, l’incidente greco, 60 morti, è figlio del fallimento europeo e anche italiano e Mario vuole dirmi esattamente questo. La sera del 28 febbraio 2023 un treno merci si scontra con un treno passeggeri su cui viaggiavano 352 persone: tre carrozze del treno passeggeri deragliano e cadono giù nella scarpata, e in una si sviluppa un incendio. L’incidente è avvenuto nei pressi della città di Tempes, in Tessaglia, nel centro del Paese. Il treno passeggeri era partito martedì alle 19,30 da Atene ed era diretto a Salonicco. Hellenic Train, la società delle ferrovie dal 2017 è controllata da Ferrovie dello Stato (la proprietaria della rete è invece statale). Ha respinto ogni accusa: “È stato un tragico errore umano, i sopravvissuti e le famiglie delle vittime verranno risarciti”.

Uno scontro fra treni ha fatto 60 morti. ‘Errore umano’. Oppure orrore politico

Evaggelia, fino a un anno fa viveva ad Atene e lavorava in banca: “Ricordo bene quando bloccammo l’erogazione dei soldi dai bancomat. La gente si riversò in strada e assaltò le banche. Ero barricata dentro, dicevo al mio direttore ‘facci andare via’, ma nessuno per ordine dall’alto poteva lasciare gli istituti di credito”. Oggi che si è licenziata per trasferirsi a Naxos e darsi al turismo, finalmente si sente libera, rinata, al sicuro.

Anche lei è ossessionata da questo incidente: “Il capostazione ha ammesso di aver indirizzato il treno sul binario sbagliato. Ma nel 2023 non abbiamo un sistema informatizzato?”. “Dovevamo averlo – risponde Costantino, agricoltore in vacanza – C’era un consorzio, composto dalla francese Alstom e dalla greca Aktor, importante società di costruzioni, incaricato di realizzare il progetto. Gli esperti sono convinti che se il sistema fosse stato completato, il più tragico incidente ferroviario greco non sarebbe avvenuto”.

Insomma, azienda francese e greca, treni di proprietà italiana, politiche dell’Unione europea. Un bel mix. Il ministro dei Trasporti Kostas Karamanlis il giorno dopo la tragedia si è dimesso. “Il problema però non è solo il governo – è ancora Mario che parla – questo o un altro che differenza fa? La svendita della Grecia è stata avallata da tutti, anche dall’Italia. Dunque che importa se quel capostazione era in servizio da cinque notti consecutive, che le nostre ferrovie hanno 750 dipendenti e ne servirebbero più di 2000. Ci serviva un colpevole, ce l’hanno servito”. Purché non si dica che è colpa della troika.

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