Usa & C: chi non ha paura della cannabis libera. Tutti figli di “Maria”
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Usa & C: chi non ha paura della cannabis libera. Tutti figli di “Maria”

di Francesco Lo Torto

Come spinta per l’economia e il mondo del lavoro; per aumentare il gettito fiscale e combattere il mercato nero; per curare pazienti che altrimenti non troverebbero sollievo; per incrementare il turismo; per costruire una cultura consapevole della sostanza; e persino per accompagnare le celebrazioni religiose. Mentre in Italia il governo ostacola persino il business della cannabis legale, nel resto del mondo sempre più Paesi vanno nella direzione opposta, depenalizzando e legalizzando la marijuana. Vi raccontiamo come, ricordando che la cannabis fu il tema di copertina dello storico primo numero di FQ Millennium, nel maggio 2017.

Canada. L’impatto economico del Cannabis Act

Ha legalizzato la cannabis per uso ricreativo a livello nazionale nell’ottobre 2018, diventando il secondo Paese al mondo a farlo. Il Cannabis Act consente, per uso personale, di acquistare e possedere fino a 30 grammi di marijuana e coltivarne fino a quattro piante. Nei tre anni successivi all’emanazione della legge, si stima che il settore abbia contribuito al Pil nazionale per 43,5 miliardi di dollari, tra attività economica diretta, indiretta e indotta. In media ogni anno dà lavoro a quasi 100 mila persone. Anche il gettito fiscale è significativo: dal 2018 al 2021, complessivamente, l’industria ha generato circa 15 miliardi di dollari di entrate. Nel 2022, il governo federale canadese ha incassato più entrate fiscali dalla cannabis che da birra e vino sommati. Fondi che sono stati utilizzati per programmi di salute ed educazione pubblica.

Stati Uniti. I giovani sostituiscono alcol e tabacco

La cannabis è legale in 38 dei 50 Stati per uso medico e in 24 Stati per uso ricreativo. Complessivamente, nel 2023, ha sostenuto più di 440 mila posti di lavoro nell’intera nazione, un dato in crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Le stime prevedono che, entro il 2027, il fatturato derivante dalla vendita di cannabis legale raggiungerà i 37 miliardi di dollari (nel 2023 era di 29 miliardi). Almeno una parte di questa crescita deriverà da una progressiva sostituzione dell’alcol e del tabacco con la cannabis, in particolare tra i giovani adulti che, secondo i sondaggi, la ritengono meno dannosa delle altre sostanze. In alcuni stati la sostituzione è già avvenuta. In Michigan, le vendite di marijuana hanno superato quelle di birra, vino e liquori messi insieme. In Colorado, ha quasi pareggiato le entrate generate dall’alcol e dal tabacco sommati.

Uruguay. Il primo Paese a legalizzare

È stato il primo Paese al mondo a legalizzare completamente la cannabis a livello nazionale, nel 2013. Gli obiettivi erano garantire un accesso controllato e sicuro alla sostanza e ridurre il potere del narcotraffico. Per questo motivo, il prezzo è stato fissato a circa 1,30 dollari al grammo, mantenendolo competitivo rispetto al mercato nero. La legge consente agli adulti, previa registrazione presso il ministero della Salute, di coltivare fino a sei piante a casa (per un totale di 480 grammi per ogni raccolto), di acquistare cannabis in farmacie autorizzate (massimo 10 grammi a settimana) e di aderire a club per la coltivazione collettiva (fino a 99 piante). È possibile registrarsi a uno solo dei tre canali di approvvigionamento. Secondo i dati dell’Ircca – l’ente di controllo istituito dalla legge – ci sono circa 95 mila consumatori registrati, meno del 3% della popolazione. La produzione è garantita da aziende autorizzate dallo Stato che fornisce i terreni ed esercita la vigilanza.

Paesi Bassi. La “contraddizione della porta di servizio”

La decriminalizzazione del 1976 ha reso i Paesi Bassi una delle mete più ambite per il turismo connesso alla marijuana. Eppure i coffee shop, i locali autorizzati dove è possibile acquistare e consumare cannabis in piccole quantità (fino a 5 grammi per cliente al giorno), operano in una situazione legale ambigua. Mentre la vendita al dettaglio è tollerata e regolamentata, la produzione e la fornitura restano illegali. Questo fenomeno è descritto come la “contraddizione della porta di servizio”: la parte anteriore del coffee shop ­– la vendita al dettaglio ­– è regolamentata, ma la posteriore – il rifornimento – è nascosta e opera in un’area grigia. Nel tentativo di risolvere questa discrepanza e creare una catena di approvvigionamento legale, nel 2024 è stato avviato un progetto pilota. L’Aanloopfase prevede che la coltivazione sia controllata, garantendo la qualità del prodotto e riducendo il coinvolgimento del crimine organizzato.

Portogallo. Depenalizzare il possesso di tutte le droghe

A luglio 2023 il Parlamento ha approvato la depenalizzazione delle droghe sintetiche. La misura si inserisce in un percorso iniziato dal Portogallo nel 2001, quando venne depenalizzato il possesso per uso personale di tutte le droghe, non solo di quelle leggere. La volontà è quella di distinguere tra spacciatori e consumatori: fare prevenzione, fornire assistenza a chi ne ha bisogno e rafforzare la morsa sui trafficanti. Il consumo di droga viene trattato come una questione di salute pubblica piuttosto che come un crimine, al fine di ottenere benefici sociali e sanitari. Anziché in carcere, chi viene trovato in possesso di piccole quantità di droga viene indirizzato a commissioni di dissuasione delle dipendenze, composte da medici, psicologi e assistenti sociali che possono raccomandare trattamenti o altre misure.

Spagna. I cannabis social club

I cannabis social club operano in un quadro normativo complesso. In Spagna, l’uso e la coltivazione personale sono depenalizzati, purché avvengano in ambito privato. La vendita e il consumo negli spazi pubblici rimangono illegali. I club si inseriscono tra le pieghe di questa legislazione: sono associazioni private senza scopo di lucro che permettono ai membri di coltivare cannabis in comune, per il consumo personale, all’interno dello stesso club. I membri pagano una quota associativa, che copre i costi di coltivazione e gestione, e in cambio ricevono una quantità di prodotto proporzionale al loro contributo. In tutto il Paese esistono circa 1500 club, con una media di 350 membri ciascuno. Per poter partecipare a un’associazione, bisogna essere maggiorenni e residenti in Spagna. Ma capita spesso, soprattutto in Catalogna, che i turisti di altri Paesi riescano ad accedere ai club.

Giamaica. La pianta sacra

Rasta, musica reggae e Bob Marley: la cultura pop tende a legare in modo indissolubile il Paese caraibico con la cultura della marjuana. In realtà, la Giamaica ha depenalizzato la cannabis solo nel 2015: per chi possiede fino a due once (circa 56 grammi) e per chi coltiva fino a cinque piante non è più previsto l’arresto, bensì solo una multa. Fino ad allora, le leggi vigenti, risalenti al periodo coloniale britannico, erano molto severe e miravano a criminalizzare la ganja, consumata per lo più dalle comunità nere. In particolare dai seguaci del rastafarianesimo, il movimento religioso, nato negli anni ’30. Per i fedeli, la ganja è una pianta sacra: porta a una maggiore consapevolezza spirituale e permette di connettersi con Jah (Dio). La legge del 2015 ha riconosciuto il ruolo religioso della cannabis, permettendone l’uso nei luoghi di culto e durante le cerimonie.

Regno Unito. L’uso medicinale

Il governo ha legalizzato i prodotti a base di cannabis per uso medicinale nel 2018. Ai medici specialisti è consentito prescrivere il farmaco solo se gli altri trattamenti non si sono rivelati efficaci. Le linee guida del Sistema sanitario nazionale permettono il trattamento per: bambini affetti da forme rare e gravi di epilessia; adulti con vomito o nausea causati dalla chemioterapia; adulti con rigidità muscolare causata dalla sclerosi multipla. Ma sono molte le persone, escluse da questo elenco, che si rivolgono alle costose cliniche private, soprattutto per trattare problemi di salute mentale. In cinque anni è diventato il secondo mercato in Europa (dopo la Germania). Nel 2023 ha più che triplicato la quantità di cannabis importata in un anno: oltre 24mila kg. Entro la fine del 2024, saranno circa 63mila i pazienti che avranno fatto uso di cannabis terapeutica (e 141mila entro il 2028), generando un fatturato di 240 milioni di euro.

Germania. Il nuovo codice della strada

Lo scorso aprile è entrata in vigore la Cannabisgesetz (CanG). Ora la Germania è il più grande paese dell’Unione Europea ad aver legalizzato la cannabis a scopo ricreativo. Ai maggiorenni è consentito portare con sé 25 grammi di marijuana e coltivarne fino a tre piante in casa. Lo scopo è quello di facilitare l’uso responsabile della sostanza, ridurre al minimo l’attività del mercato nero e migliorare la protezione dei bambini e dei giovani. Inoltre, la CanG ha comportato anche una modifica del codice della strada. Un gruppo di esperti è stato incaricato dal governo di determinare il livello limite di Thc ­– il principio attivo della cannabis – nel sangue, sotto il quale è possibile guidare senza compromettere la sicurezza stradale. Il valore è stato individuato in 3,5 nanogrammi per millilitro. L’intenzione è quella di evitare che i consumatori occasionali e moderati risultino positivi al test del Thc, visto che il tetraidrocannabinolo impiega diverso tempo per scomporsi nel flusso sanguigno.

Come spinta per l’economia e il mondo del lavoro; per aumentare il gettito fiscale e combattere il mercato nero; per curare pazienti che altrimenti non troverebbero sollievo; per incrementare il turismo; per costruire una cultura consapevole della sostanza; e persino per accompagnare le celebrazioni religiose. Mentre in Italia il governo ostacola persino il business della […]

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