Mondocibo
di Carlo Petrini

Centro città, periferie e Africa: i tre mondi del cibo sano

Il tema della giornata mondiale dell’alimentazione 2024, celebrata ogni anno il 16 di ottobre, è “diritto al cibo, per una vita e un futuro migliori”. Dedicare questa giornata al diritto al cibo sembra quasi tautologico. Ecco, forse allora è bene concentrarsi sulla seconda parte della enunciazione: per una vita e un futuro migliori. Sì perché avere quotidianamente accesso al cibo, non significa necessariamente avere la garanzia di vivere una vita di qualità.

Per spiegarmi meglio prendiamo ad esempio tre persone in età adolescenziale. Una vive in un sobborgo residenziale benestante di una città americana, l’altra vive nella stessa città, ma in un quartiere periferico, e l’ultima in una zona rurale dell’Africa. Nessuna di loro conosce la fame estrema, eppure non si può dire che abbiano tutte accesso a una nutrizione di qualità. Nella famiglia del quartiere residenziale è normale avere frutta fresca ogni giorno, consumare verdura di stagione e proteine di qualità. Il cibo è una cosa ovvia, andare a comprarlo al supermercato è visto più come una passeggiata che una necessità. Coltivarlo nel proprio giardino è un modo per dormire sonni tranquilli, consci che si sta facendo la propria parte prendendosi cura di quella piccola parte di mondo che si abita.

Molti di noi possono familiarizzare con questo scenario, eppure è importante tenere presente che nel 2022 il 36% della popolazione mondiale non aveva accesso a una dieta di questo tipo. Nel quartiere periferico della stessa città, dove vive la seconda persona, ci troviamo in un cosiddetto deserto alimentare, dove l’accesso al cibo fresco e nutriente è quasi precluso.

L’accesso quantitativo al semplice “pasto” non garantisce una società istruita e produttiva

Pensiamo che oggi quasi il 20% della popolazione statunitense vive in un’area con queste caratteristiche. Qui il cibo si compra perlopiù nei “markets”: nulla a che vedere con i supermercati, ancora meno con i mercati. Si tratta di attività commerciali molto piccole che vendono alcolici, bibite e cibi preconfezionati. Gli unici cibi freschi a volte disponibili sono mele o banane, e l’unico pasto sano a cui il giovane individuo ha accesso è quello che riceve nella sua scuola che è stato inserito in un programma federale di pasti scolastici gratuiti.

Numerosi studi dimostrano che l’accesso a una dieta sana è correlata a maggiore probabilità di eccellere a scuola, così come di essere più produttivi nel lavoro. La malnutrizione – sia essa sovrappeso, mancanza di micronutrienti o denutrizione – per contro, compromette lo sviluppo cognitivo e fisico, ostacolando le capacità di apprendimento.

Spostiamoci ora dall’altra parte del mondo in una comunità rurale dell’Uganda. I genitori della terza persona sono contadini. Fino al decennio scorso vendevano la produzione in eccesso nel mercato locale e con il guadagno riuscivano a comprare altri beni di consumo che gli consentivano di avere una vita dignitosa. Negli ultimi anni la loro terra però è sempre più povera, il clima sta cambiando, le piogge sono sempre più imprevedibili e di conseguenza lo sono anche la qualità e la quantità dei raccolti. In assenza di misure per adattarsi al cambio climatico si stima che, nella sola Uganda, i costi annuali dell’impatto dei cambiamenti climatici si attesteranno tra i 3,2 e 5,9 miliardi di dollari.

Inoltre le multinazionali straniere stanno acquisendo sempre più terreni fertili, monopolizzando le risorse idriche e introducendo semi geneticamente modificati che i contadini locali non possono permettersi. Tutto questo pone serie minacce alla sovranità alimentare della famiglia, con il rischio di farla cadere in una spirale di povertà e disuguaglianza che ne ostacola la crescita economica e sociale.

Negli scenari riportati le tre persone hanno accesso al cibo, ma solo in un caso è davvero tale da garantire una vita e un futuro migliori. Ecco allora che, nel 2024, garantire il diritto al cibo non significa solo curarsi della quantità (produciamo cibo per 12 miliardi di viventi, anche se siamo solo 8), quanto piuttosto della stabilità e facilità con cui si ha accesso a un cibo di qualità. Una corretta alimentazione è precondizione per una società sana, istruita e produttiva; che sono a loro volta condizioni per una vita e un futuro migliori. Proviamo a ricordarcelo ogni volta che abbiamo la fortuna di dare per scontato ciò che mangiamo.

Il tema della giornata mondiale dell’alimentazione 2024, celebrata ogni anno il 16 di ottobre, è “diritto al cibo, per una vita e un futuro migliori”. Dedicare questa giornata al diritto al cibo sembra quasi tautologico. Ecco, forse allora è bene concentrarsi sulla seconda parte della enunciazione: per una vita e un futuro migliori. Sì perché […]

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