Dittatori, Troni di spade e quei Lupi di Wall Street. Film e libri  “scoprono” il potere
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Dittatori, Troni di spade e quei Lupi di Wall Street. Film e libri “scoprono” il potere

Papa Francesco evoca spesso "Il Padrone del Mondo" (anche in occasione dell'ultimo G7 in Italia), poi ci sono Chaplin, Tolkien, Orwell e Dan Brown: realtà, finzione e complotti

di Fabrizio d’Esposito

Robert Hugh Benson scrisse nel 1907 Il Padrone del Mondo e Jorge Mario Bergoglio, da papa, lo citò per la prima volta otto mesi dopo la sua elezione nel conclave del marzo 2013. Francesco da subito preferì vivere nella Domus Santa Marta, anziché nel grande appartamento del Palazzo Apostolico, e nella breve omelia della messa mattutina del 18 novembre disse, a proposito della fedeltà a Dio: “Benson ha visto quello spirito della mondanità che ci porta all’apostasia”. L’ultima citazione francescana, invece, risale al 14 giugno di quest’anno ed è rivolta ai Sette Grandi della Terra, riuniti in Puglia, a Borgo Egnazia: “Sempre c’è la tentazione di uniformare tutto. Mi viene in mente un romanzo famoso, inglese, The Lord of the World, che fa vedere il futuro senza politica”.

Ma chi era Robert Hugh Benson (1871-1914), autore prediletto di Francesco, e di che cosa parla la sua opera più famosa, Il Padrone del Mondo? Lo scrittore era il quarto figlio di Edward White Benson, reverendo anglicano che nel 1883 divenne arcivescovo di Canterbury. Anche Robert Hugh si fece prete anglicano ma all’inizio del Novecento si convertì al cattolicesimo e nel 1904 fu ordinato sacerdote di Santa Romana Chiesa. Il suo Padrone del Mondo è un romanzo distopico, ambientato cioè nel futuro. In questo caso negli anni duemila. Benson immagina e descrive un mondo in cui il socialismo e il materialismo marxista alla fine si fondono nel nuovo ordine globale di un Umanitarismo massonico fautore dell’eutanasia.

Il Padrone è un filantropo democratico di nome Giuliano Felsemburgh che predica la tolleranza ma che distrugge le religioni (il Natale è sostituito dalla festa della Maternità) in nome del progresso tecnologico e della pace universale. In pratica, Felsemburgh è il temuto Anticristo. Il libro di Benson da lustri è celebrato dai cattolici di destra e il paradosso delle continue citazioni bergogliane è che oggi proprio i suoi avversari clericali, come l’arcivescovo scomunicato e trumpiano Carlo Maria Viganò, lo accusano di essere l’Anticristo sul trono di Pietro per favorire il Nuovo Ordine Mondiale, sempre massonico ma aggiornato con il sostegno delle multinazionali dei farmaci (che hanno inoculato il Covid nel globo terracqueo) e delle leadership progressiste.

Il Grande Fratello nazifascista

Dalla letteratura al cinema, lo spettro di un uomo solo al comando dell’universo è stato declinato soprattutto con i due totalitarismi del Novecento, il nazifascismo e il comunismo. Come dimenticare la lunga sequenza di Charlie Chaplin (1889-1977) alias Adenoid Hynkel che danza e palleggia con il mappamondo sulle note del Lohengrin di Richard Wagner? Chaplin fu regista e interprete del suo film capolavoro Il grande dittatore nel 1940. Lo girò durante la Seconda guerra mondiale, come parodia satirica della follia bellica dell’asse tra Berlino e Roma.

Hynkel come Hitler (e sosia dell’altro protagonista, il barbiere ebreo) a capo della Tomania e Bonito Napoloni duce della Batalia. Prima di mettersi a giocare con il mappamondo, Hynkel riflette ad alta voce, da solo: “Aut Caesar, aut nullus. Imperatore del mondo. Mmh, il mio mondo”. O Cesare o niente. Del resto il Male, con la maiuscola, non contempla le vie di mezzo. George Orwell (1903-1950) invece inventò il suo Grande Fratello mettendo insieme Hitler e il despota sovietico Stalin. Orwell pubblicò 1984 nel 1949: un altro e famoso romanzo distopico in cui il Grande Fratello che governa il mondo è invisibile, ma guarda e controlla tutti. La propaganda e la menzogna prevalgono sulla verità e gli slogan del Partito ribaltano il senso comune della democrazia: “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù”, “L’ignoranza è forza”.

Tra gli aspiranti padroni del globo trovi l’Anticristo, i signori ultraterreni della Morte e del Male e i marziani raccontati alla Cbs da Orson Wells

Giorgia e Arianna, le due hobbit

Sul Male del totalitarismo bipartisan del secolo scorso, c’è poi l’epica lezione fantasy del Signore degli Anelli di John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973), pubblicato in Inghilterra tra il 1954 e il 1955. E qui bisogna innanzitutto fare un po’ di chiarezza ché in Italia sin dagli anni Settanta la saga tolkeniana è diventata un mito della destra postfascista. Fu nel 1977 infatti che a Montesarchio, in provincia di Benevento, i giovani missini organizzarono il loro primo campo Hobbit, trasfigurando le gesta della Compagnia dell’Anello nella retorica di una nuova estetica con Frodo e Gandalf al posto di Mussolini.

E quando quarantacinque anni dopo, nel settembre del Ventidue, toccherà a Giorgia Meloni piantare il vessillo di quella destra a Palazzo Chigi, ecco come Arianna Sorella d’Italia saluta la vittoria: “A me l’orgoglio di essere tua sorella. Ti accompagnerò sul monte Fato a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo, sapendo che non è la mia storia che verrà raccontata, ma la tua, come è giusto che sia”. Il continente della Terra di Mezzo, gli hobbit Sam e Frodo, l’Unico Anello del potere da distruggere, l’Occhio del malvagio Sauron che signoreggia su Mordor e ancora: Gandalf lo stregone buono, Aragorn futuro re, gli elfi e i nani. Ossia il Bene contro il Male di Sauron per impedirgli di conquistare l’universo (Arda).

In realtà Tolkien fu un cattolico che detestava sia il fascismo sia il comunismo. Anzi, alcuni esegeti del tolkienismo hanno individuato tra Sauron e il suo fedele stregone Saruman lo stesso rapporto che legò Hitler e Mussolini. Non a caso il Saruman fascista emerge nitido nel discorso al suo esercito di orridi Uruk-hai, giganteschi orchi, prima della battaglia al Fosso di Helm. Lo stregone parla dall’alto della torre di Isengard: “Un nuovo potere sta sorgendo, la sua vittoria è vicina. Questa notte la Terra verrà macchiata con il sangue di Rohan (regno della Terra di Mezzo, ndr). Marciate sul Fosso di Helm, che nessuno resti vivo. Alla guerra. Non ci sarà un’alba per gli uomini”.

Le Meloni hanno una gran passione per il mondo degli hobbit. Ma il discorso di Saruman evoca il fascismo: “Marciate sul Fosso di Helm, che nessuno resti vivo”

La Madre dei Draghi

Un altro discorso militare famoso, per rimanere nella prateria fantasy, è quello che fa Daenerys Targaryen, la Madre dei Draghi, dopo aver strappato il Trono di Spade all’odiata Cersei Lannister, ad Approdo del Re, la capitale dei Sette Regni. Il Trono di Spade è il titolo di una delle serie tv più amate e viste di sempre, tratta dalle Cronache del ghiaccio e del fuoco dell’americano George Raymond Richard Martin. L’alleanza di tutti gli uomini ha sconfitto l’Armata della Morte formata dagli Estranei, creature del ghiaccio, e dai non-morti da loro resuscitati. Ma la guerra non è finita. Bisogna fare i conti con la smisurata ambizione della Madre dei Draghi.

Daenerys fa una strage ad Approdo del Re e poi si rivolge al suo esercito: “Siete dei liberatori. Avete liberato il popolo di Approdo del Re dalla morsa di un tiranno. Ma la guerra non è ancora finita. Non riporremo le armi finché non avremo liberato tutti i popoli del mondo. (…). Donne, uomini e bambini hanno sofferto sotto la ruota per troppo tempo. Distruggerete la ruota con me?”. L’interrogativo è superfluo. E la ruota è la catena delle caste nobiliari dei vari regni. La Madre dei Draghi vuole spezzarla per sostituirla con il suo potere. Accanto a lei c’è l’amato Jon Snow, il bastardo degli Stark che in realtà è il vero erede Targaryen al Trono di Spade. “Rimani con me, costruisci il nuovo mondo con me”. Jon la bacia ma poi la pugnala a morte. L’orbe terracqueo è salvo e finisce tutto con la moderata e saggia decisione, per i tempi, di affidarsi a una monarchia elettiva, non più di sangue.

La guerra dei mondi

Il catalogo degli aspiranti padroni del mondo è assortito: l’Anticristo demoniaco, i signori ultraterreni della Morte e del Male, i dittatori palleggiatori. E i marziani. La sera del 30 ottobre del 1938 la radio americana Cbs propagò terrore vero tra i suoi ascoltatori. “Sembra incredibile, ma le osservazioni scientifiche e l’evidenza stessa dei fatti inducono a credere che gli strani esseri atterrati stanotte nella fattoria del New Jersey non siano che l’avanguardia di un’armata di invasione proveniente da Marte. La battaglia che ha avuto luogo stanotte a Grovers Mill si è conclusa con una delle più strabilianti disfatta subite da un esercito nei tempi moderni”.

Era la voce di un Orson Welles (1915-1985) poco più ventenne nello sceneggiato radiofonico La guerra dei mondi, adattato dal romanzo con lo stesso titolo di Herbert George Wells (1866-1946). Gli ascoltatori credettero che l’invasione aliena fosse reale, non uno sceneggiato di fantascienza. L’incubo di un’Apocalisse marziana è al centro di tanti film e libri. Independence Day è una pellicola del 1996 con Will Smith e Jeff Goldblum. Enormi astronavi extraterrestri sono pronte a sbarcare negli Stati Uniti e in tutto il globo. La battaglia finale si terrà il 4 luglio, giorno dell’indipendenza a stelle e strisce. Il presidente degli Usa si chiama Thomas J. Whitmore e fa questo discorso ai combattenti anti-alieni: “Fra meno di un’ora i nostri aerei si uniranno agli altri aerei di tutto il mondo. E insieme daremo luogo alla più grande battaglia mai sostenuta dall’umanità. (…). Saremo uniti dal nostro comune interesse, può darsi sia destino che oggi sia il 4 luglio, e ancora una volta combatterete per la nostra libertà. Non dalla tirannia, dall’oppressione o dalla persecuzione, ma dall’annientamento”.

Il castello del complottismo

Dai marziani alla Fratellanza del Serpente è un attimo. Qui si spalancano anche i portoni dell’immenso castello complottista a vari piani: politico, finanziario, sanitario. Il governo del mondo appartiene a sette e società segrete. Lo studioso Michele Leone ne elenca cinquantotto, compresa la massoneria, in un’apposita guida (Odoya, 2018) e indica la citata Fratellanza del Serpente come la prima in assoluto: “La specie umana infante, sin dalla preistoria, incontra un gruppo di alieni – in alcune versioni un solo individuo – che crea la Fratellanza del Serpente per governare il pianeta Terra: nel corso dei millenni questa Fratellanza ha dato i capi carismatici delle religioni e dei governi”.

A differenza dei fratelli rettiliani, di cui non è mai stata provata l’esistenza, gli Illuminati di Baviera vennero fondati nel Settecento. Tuttora infiltrerebbero due pilastri del governo universale: la Commissione Trilaterale e il Gruppo Bilderberg. Una loro variante scientifica, ispirata a Galileo Galilei, venne rilanciata da Dan Brown nel suo Angeli e demoni (2000), poi diventato un film di Ron Howard nel 2009, con Tom Hanks a interpretare il professore-detective Robert Langdon. “Questa notte cambieremo il mondo”. Gli Illuminati danbrowniani, all’alba del nuovo millennio, vogliono distruggere il Vaticano per vendicarsi della persecuzione subita secoli prima.

Da Gekko ai vertici del G8

“L’avidità è giusta”: è l’imperituro motto di Gordon Gekko che ha la faccia di Michael Douglas in Wall Street di Oliver Stone del 1987. Da allora lo speculatore Gekko è diventato il paradigma universale dell’Armageddon finanziario in grado di fare più danni di una guerra. Suo emulo in questa terra selvaggia governata da Mammona e non da Dio fu Jordan Belfort, il broker protagonista di The Wolf of Wall Street, Il Lupo di Wall Street. È il film diretto da Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio nei panni di Belfort, broker esistito realmente e che venne arrestato nel 1996 per frode e riciclaggio.

Ma i soldi sono ovviamente anche il propellente dei poteri forti e pubblici. Roberto Andò nelle Confessioni mette il monaco Roberto Salus (Toni Servillo) in un G8 dei ministri dell’economia riuniti in un albergo della costa tedesca. C’è da approvare una manovra segreta che avrà effetti nefasti per molti Paesi. Una specie di Apocalisse. Il monaco è lì perché per spogliare il mondo dalla speranza bisogna comunque dare qualche illusione. Ma Salus non perdona. Rivolto al direttore del Fondo monetario internazionale (Daniel Auteuil) che si sta confessando : “La misericordia di Dio è infinita, ma se il pentimento non è autentico, io non la posso assolvere”. Chi impugna lo scettro del dominio universale rischia la dannazione eterna.

Robert Hugh Benson scrisse nel 1907 Il Padrone del Mondo e Jorge Mario Bergoglio, da papa, lo citò per la prima volta otto mesi dopo la sua elezione nel conclave del marzo 2013. Francesco da subito preferì vivere nella Domus Santa Marta, anziché nel grande appartamento del Palazzo Apostolico, e nella breve omelia della messa […]

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