Bisogna riconoscere che ci vuole un talento speciale per scambiare un complotto per un altro. Un po’ come quando lo smisurato Pelè si allenava per centrare la traversa. E il suo clamoroso legno, Alessandro Sallusti, passato alla velocità della luce da Silvio buonanima a Giorgia, l’ha preso in un’infernale metà d’agosto (per lui). La scena è tutta da immaginare e da godere. Una telefonata dall’Alto sorprende il direttore del Giornale in ferie: “Ci sono voci sulla foto di un ministro con l’amante incinta, dobbiamo fare qualcosa”.
Il pensiero sceso dall’Alto e quello di Sallusti sono identici: deve trattarsi del ministro Cognato d’Italia, che ormai ha la fama di presunto inseminatore seriale. Non può guardare una donna che questa rimane incinta seduta stante. Tra l’ispettore Clouseau e Fantozzi, Sallusti si mette allora in cerca di un complotto contro la Sorella d’Italia. All’uopo interpella pure il famigerato Palamara, l’ex magistrato. Risultato, a caratteri cubitali sul Giornale del 18 agosto: “Vogliono indagare Arianna Meloni”. Ma non c’è una notizia che sia una. Solo il titolone.
Qualche giorno dopo, poi, la medesima Arianna annuncia al Foglio di essersi separata dal compagno-ministro. La verità, o qualcosa di simile a essa, emergerà con l’affaire Sangiuliano-Boccia. La foto non si riferiva a “Lollo”. Quando però la rampante pompeiana fa il nome del Cognato, per un paio di convegni, ecco Sallusti gongolare per aver sbagliato complotto: “Nel nostro piccolo lo avevamo scritto ad agosto (…). Solo non immaginavamo una trama così estesa”. Merita una medaglia, sul serio.
Bisogna riconoscere che ci vuole un talento speciale per scambiare un complotto per un altro. Un po’ come quando lo smisurato Pelè si allenava per centrare la traversa. E il suo clamoroso legno, Alessandro Sallusti, passato alla velocità della luce da Silvio buonanima a Giorgia, l’ha preso in un’infernale metà d’agosto (per lui). La scena […]