Scuola, calendari anti-stress. Ecco le lezioni canguro
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Scuola, calendari anti-stress. Ecco le lezioni canguro

di Francesco Lo Torto

Alcuni Paesi hanno optato per la riduzione dell’orario scolastico, per cercare di non sovraccaricare gli studenti e ridurre il loro livello di stress. Altri hanno ridisegnato il calendario, prevedendo un’alternanza più frequente tra periodi di lezione e pause dallo studio, anche al fine di evitare congestionamenti nelle strutture turistiche e sulle strade durante la stagione estiva. Altri ancora sono stati costretti a modificare la loro organizzazione classica a causa delle conseguenze del cambiamento climatico. Sono molti gli Stati nel mondo che stanno riflettendo su quale sia il miglior modello di programmazione scolastica. Gli esempi più virtuosi, oltre a voler garantire la miglior qualità di apprendimento possibile, hanno come obiettivo principale quello di salvaguardare la salute mentale degli studenti. Soprattutto alla luce dei danni causati dalla pandemia Covid sul benessere psicologico dei più giovani.

FINLANDIA
Poche ore in classe, massima resa qualitativa

Quello finlandese è riconosciuto come uno dei sistemi scolastici migliori del mondo. L’obiettivo alla sua base è di ridurre lo stress degli studenti per far sì che si concentrino e apprendano meglio. E questo approccio paga: nonostante il minor numero di ore di lezione annuali (meno di 700 per l’equivalente della nostra scuola primaria, contro le 900 italiane e le 800 della media Ocse), i giovani finlandesi ottengono ottimi risultati nei test di valutazione internazionale (Pisa), posizionandosi costantemente tra i primi posti. Ogni lezione dura 45 minuti, seguita da una pausa di un quarto d’ora per riposarsi e recuperare la concentrazione. Per promuovere l’equilibrio tra studio e vita privata, i compiti vengono prevalentemente svolti in classe. Inoltre, non c’è una netta distinzione tra scuola primaria e secondaria di primo grado. L’istruzione obbligatoria (“Peruskoulu”) copre un novennio, sostenendo gli studenti in un unico ambiente scolastico dai 7 ai 16 anni, senza interruzioni o esami di passaggio ed evitando continui cambiamenti del corpo docente.

SVEZIA
Voti e bocciature non esistono

La sostenibilità è il concetto cardine del sistema scolastico svedese. In primo luogo quella economica: l’istruzione obbligatoria (dai sei ai 16 anni) è finanziata con fondi pubblici, in tutti i suoi aspetti. Gli istituti sono obbligati a fornire tutto il materiale didattico necessario, inclusi i libri di testo, e a garantire la mensa a tutti. La legge, inoltre, prevede un’attenta gestione delle risorse e dell’organizzazione dell’orario scolastico, per promuovere un impatto positivo sull’ambiente, la società e il benessere psicologico dei giovani. Gli studenti frequentano la scuola per circa 178 giorni all’anno (da metà agosto agli inizi di giugno), contro gli oltre 200 italiani, accumulano meno ore totali e godono di periodi di vacanza più frequenti. In aggiunta, molte scuole stanno sperimentando la settimana corta di quattro giorni. Per le famiglie che lo richiedono, vengono offerti servizi di assistenza extrascolastica, prima e dopo l’orario. Non esiste la bocciatura e, fino ai 13 anni, neanche il voto.

GERMANIA
Regioni “ creative”
per arginare il numero di docenti in picchiata
L’organizzazione scolastica varia tra i 16 Länder. Anche le vacanze estive (circa sei settimane) sono scaglionate a seconda delle diverse regioni, per evitare congestionamenti nelle strutture turistiche e ingorghi sulle strade. Alcune scuole tedesche, inoltre, stanno sperimentando la settimana scolastica “4+1”, dove quattro giorni sono dedicati alle lezioni tradizionali, mentre il quinto è riservato a progetti, attività creative, tutoraggio, orientamento professionale o supporto personalizzato. In alcuni istituti viene utilizzata anche la didattica a distanza. Si tratta di iniziative locali o regionali che possono variare molto nella loro applicazione. Ma l’esigenza alla base di questi progetti pilota è quella di fronteggiare la grave carenza di insegnanti nel Paese. In questo senso, il quinto giorno della settimana scolastica, più flessibile, permette di ottimizzare l’uso delle risorse umane e di adattare l’orario senza bisogno di coprire tutte le ore di insegnamento frontale.

FRANCIA
Il “7+2” e il mercoledì libero alle primarie

Pause regolari per non sovraccaricare gli studenti, a cui si aggiungono una migliore gestione delle risorse turistiche e una maggiore flessibilità per le famiglie nell’organizzazione delle vacanze. Sono tutti punti di forza del modello “7+2” applicato nelle scuole francesi: per ogni sette settimane di lezione, ci sono due settimane di pausa, le cosiddette vacances scolaires. In ordine, quelle di Ognissanti, di Natale, invernali, primaverili e, infine, le grandes vacances dell’estate, che durano otto settimane. Inoltre, per ridurre la stanchezza e il rischio di burnout tra studenti e insegnanti, migliorando attenzione e partecipazione, in molte scuole primarie il mercoledì è libero (nelle secondarie, l’orario è ridotto). Il giorno di riposo a metà settimana viene compensato dalla lunghezza maggiore delle altre giornate di lezione. Di norma dalle 8:30 alle 16:30, con una pausa pranzo di un’ora e mezza.

REGNO UNITO
Dormire di più, imparare meglio
Ritardare l’ingresso a scuola degli adolescenti per migliorare la qualità del loro sonno e, di conseguenza, il tasso di attenzione. È la sperimentazione del Flexible school start time (Orario di inizio scuola flessibile), avviata in diversi Paesi, tra cui il Regno Unito, dove la privazione del sonno negli studenti adolescenti è diffusa ed è trattata come un problema di salute pubblica. Per partecipare al programma di ricerca Teensleep, condotto dall’Università di Oxford, alcuni istituti secondari hanno ritardato il suono della prima campanella alle ore 10. I ricercatori hanno osservato gli effetti dei nuovi orari sulla qualità del sonno e sul rendimento degli studenti. I risultati preliminari evidenziano come un inizio più tardo delle lezioni si allinei meglio con i ritmi circadiani degli adolescenti, portando a un miglioramento generale delle prestazioni scolastiche e una riduzione dei livelli di stress, oltreché a una diminuzione dell’assenteismo.

DANIMARCA
La tradizione dell’apprendimento all’aperto

L’apprendimento all’aperto è una tradizione danese fin dagli anni Cinquanta. La crescita dell’occupazione femminile costrinse il Paese a fare i conti con la mancanza di strutture per l’infanzia. La soluzione fu l’educazione forestale: l’insegnamento ai bambini all’aperto, solitamente nei boschi, attraverso il gioco e gli esercizi pratici. Nel corso degli anni il metodo è stato integrato nel calendario scolastico anche dagli istituti di grado superiore. Parte delle lezioni – in alcuni casi anche giornate o addirittura intere settimane -, specialmente in materie come scienze, arte e educazione fisica, si tengono fuori dall’aula, per promuovere un approccio educativo olistico e connesso all’ambiente. Gli studi dimostrano che l’esposizione alla natura e una minore sedentarietà durante le ore di scuola contribuiscono a ridurre i livelli di ansia e migliorano il benessere generale degli studenti.

INDIA
Il calendario adattato ai monsoni e all’inquinamento

Il cambiamento climatico costringe i sistemi scolastici dei Paesi più esposti ad adattarsi. È il caso dell’India, dove i calendari delle lezioni vengono modificati per proteggere alunni e insegnanti da fenomeni climatici estremi, sempre più intensi e frequenti. Quest’anno, a causa delle ondate di calore, molti Stati (come Gujarat, Rajasthan e Jharkhand) hanno deciso di anticipare le vacanze estive, in alcuni casi già da aprile, oltre un mese prima rispetto al passato. In alcuni istituti sono stati modificati gli orari: le lezioni possono essere svolte solo dalle 7 alle 11.30, anche per garantire la sicurezza degli studenti durante il tragitto da e per la scuola. In Maharashtra, oltre alle alte temperature le scuole devono affrontare i picchi di inquinamento atmosferico. Nella capitale Mumbai, per esempio, hanno introdotto pause scolastiche per evitare che i bambini fossero esposti a condizioni insalubri. In altre zone, come il Bihar, il calendario scolastico è stato adattato per evitare i picchi del monsone, che provocano frequenti allagamenti.

STATI UNITI
In North Carolina vacanze a singhiozzo

Lunedì 8 luglio è stato il primo giorno di scuola per decine di migliaia di studenti della contea di Wake, nella Carolina del Nord. Al posto di concentrare le vacanze in un’unica lunga pausa estiva, alcuni istituti hanno deciso di distribuire i giorni liberi durante tutto l’anno. È lo Year-round schooling: ogni 45 giorni di scuola, ce ne sono 15 di pausa (anche se alcuni istituti stanno sperimentando anche il modello 60-20 o 90-30). Risponde alla necessità di ridurre la summer slide, ovvero la perdita di conoscenze che si verifica durante le lunghe vacanze da giugno a settembre. Questo modello si sta diffondendo sempre di più nelle aree urbane degli Usa, dove c’è maggiore densità abitativa e le tante iscrizioni permettono agli istituti di affrontare le spese collegate a un’apertura prolungata. Al contrario, trova oppositori nelle zone rurali o turistiche, dove la manodopera dei ragazzi è molto richiesta nella stagione estiva.

GIAPPONE
Tre trimestri, routine e poi i “club”

Il calendario è diviso in tre trimestri: da aprile (quando la primavera, con la sua rinascita, dà il via all’anno scolastico) a luglio; da settembre a dicembre; da gennaio a marzo. Alla fine di ogni trimestre è prevista una settimana di pausa, a cui si aggiunge quella estiva, di circa cinque settimane. Il fine è quello di incoraggiare una routine stabile e mantenere la continuità nell’apprendimento. Ma i giovani giapponesi passano molto tempo a scuola non solo per svolgere le attività didattiche classiche. Alla fine della giornata di lezione, infatti, dopo aver pulito le aule, i ragazzi iniziano la loro attività nei club scolastici: i “bukatsudo” sono elementi caratteristici e centrali dell’istruzione giapponese. Nonostante la partecipazione sia volontaria, i club impegnano quasi tutti gli alunni (tra l’80 e il 90%). Ce ne sono 70 tipi diversi, divisi tra sportivi e culturali: dal calcio alla pallavolo, passando per l’arte della spada, la cerimonia del tè, gli studi di disposizione floreale o di calligrafia.

Alcuni Paesi hanno optato per la riduzione dell’orario scolastico, per cercare di non sovraccaricare gli studenti e ridurre il loro livello di stress. Altri hanno ridisegnato il calendario, prevedendo un’alternanza più frequente tra periodi di lezione e pause dallo studio, anche al fine di evitare congestionamenti nelle strutture turistiche e sulle strade durante la stagione […]

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