In Italia la transizione verso la mobilità elettrica continua ad arrancare. Ad azzoppare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti ci sono soprattutto i ritardi nell’implementazione delle infrastrutture di ricarica –poco diffuse, in particolar modo al Sud –e gli elevati costi dei veicoli elettrici, che scoraggiano specialmente le famiglie a basso reddito. Gli incentivi statali, quando ci sono, si esauriscono rapidamente. E i messaggi della politica non incoraggiano gli investimenti: mentre il governo italiano continua a chiedere all’Unione europea di fare marcia indietro sullo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035, in altri Paesi la transizione verso una mobilità più sostenibile procede a passo di carica.
Paesi Bassi. Sono le macchine ad alimentare la città
L’obiettivo del sistema Vehicle-to-Grid è quello di usare le auto elettriche come se fossero delle batterie mobili di quartiere. Si tratta di una sperimentazione all’avanguardia portata avanti in molti Paesi nel mondo, ma che trova il suo centro di eccellenza nei Paesi Bassi, in particolare a Utrecht. Con questa tecnologia le auto elettriche sono in grado di immagazzinare energia solare e di reimmetterla successivamente nella rete elettrica quando c’è maggiore domanda, durante i picchi di consumo. Oltre a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, questo metodo di ricarica bidirezionale contribuisce a stabilizzare la rete elettrica della città. Ed è vantaggioso per gli utenti, perché possono rivendere l’energia immagazzinata dalle loro auto. La previsione è che entro il 2025 Utrecht possa offrire ai suoi cittadini circa 2.500 punti di ricarica bidirezionale. In generale, la rete di ricarica dei Paesi Bassi è una delle più strutturate d’Europa: 665 mila postazioni sono già in funzione e la previsione è di raggiungere quota 1,7 milioni entro il 2030.
Danimarca. “Ellen” e gli altri traghetti puliti
“Ellen” è il primo traghetto completamente elettrico varato al mondo, un punto di riferimento per il trasporto marittimo sostenibile, di cui la Danimarca è pioniera. Dal 2019 naviga nel Mar Baltico, tra le isole di Ærø e Als, sostituendo un’imbarcazione a diesel che ogni anno rilasciava nell’atmosfera 2.250 tonnellate di CO2. Oltre a garantire zero emissioni, Ellen è molto potente: può trasportare 30 veicoli e 200 passeggeri navigando per circa 22 miglia nautiche con una singola carica. La sua messa in acqua è costata poco più di 21 milioni di euro, finanziati per il 70% dai fondi Ue del programma Horizon 2020. Oltre a Ellen, ora sono quattro i traghetti elettrici in funzione in Danimarca e altri 14 saranno costruiti grazie al sostegno pubblico nei prossimi mesi. L’elettrificazione riguarda anche le rotte commerciali. Dal 2025 l’imbarcazione Futura trasporterà merci in Germania grazie a un sistema di accumulo di energia da 10 MWh – il più grande banco di batterie agli ioni di litio al mondo – in grado di ricaricarsi in soli 12 minuti durante le soste in porto.
Svezia. L’autostrada che dà energia
Un’autostrada elettrica su cui auto e camion possano ricaricarsi mentre viaggiano. È quella che la Svezia costruirà tra Hallsberg e Örebro: 21 km della E20, in uno dei tratti più battuti dai mezzi pesanti, al centro delle tre principali città del Paese, Stoccolma, Göteborg e Malmö. Permettere ai mezzi di ricaricarsi in moto significa eliminare la necessità di fermarsi frequentemente alle stazioni e poter affrontare viaggi più lunghi con batterie più piccole. Per il progetto, dal valore di circa 53 milioni di euro, si stanno vagliando tre diversi metodi per ricaricare i veicoli: a catenaria, che utilizza cavi aerei per fornire elettricità; conduttivo, in cui i veicoli vengono caricati tramite il contatto con una rotaia; induttivo, in cui un sistema interrato invia elettricità a una bobina nel veicolo. Nonostante i costi onerosi, la Svezia punta molto su questa tecnologia: secondo un’analisi del governo, una strada elettrica lunga 300 km potrebbe ridurre le emissioni di anidride carbonica dei camion di oltre 200mila tonnellate.
Francia. Puntare tutto sulle colonnine
Senza infrastrutture adeguate, capillarmente diffuse nel territorio del Paese, è impossibile convincere la popolazione ad abbandonare le vecchie auto a benzina e diesel per un nuovo veicolo elettrico. Lo ha capito la Francia che si è posta l’obiettivo di raggiungere la quota di 7 milioni di punti ricarica attivi entro il 2030, di cui almeno 400 mila pubblici. Dal 2025, tutti gli edifici aperti al pubblico con parcheggi superiori a venti posti dovranno dotarsi di stazioni di ricarica. A oggi le colonnine aperte al pubblico sono 120 mila (quasi il triplo di quelle presenti in Italia), di cui quasi 18 mila a ricarica rapida, ovvero che “fanno il pieno” alla batteria di un’auto in meno di mezz’ora. I caricabatterie sono stati installati in quei luoghi in cui le persone trascorrono già del tempo, come supermercati, centri commerciali e aree residenziali: l’idea è che la ricarica debba adattarsi perfettamente ai ritmi e ai consumi della vita quotidiana.
Singapore. L’intelligenza artificiale anti-traffico
Ha integrato l’intelligenza artificiale nella sua strategia di mobilità elettrica, utilizzando tecnologie avanzate per ottimizzare il trasporto pubblico. I sistemi di AI monitorano il traffico in tempo reale, permettendo alle compagnie di gestire in modo efficiente le flotte di autobus e taxi elettrici. In questo modo è possibile perfezionare i percorsi, riducendo i tempi di viaggio e migliorando l’efficienza energetica. Tutto è pianificato per far sì che l’offerta di trasporto pubblico sia sempre adeguata alla domanda. Il tempo di inattività dei veicoli è ridotto al minimo e coincide con le pause di ricarica. Le infrastrutture sono in rapida espansione. Entro il 2030 verranno installati 60mila punti di ricarica. In un territorio da circa 734 kmq, significa quasi 82 stazioni per ogni kmq Tutte le colonnine, inoltre, saranno connesse con il sistema di mobilità intelligente: un monitoraggio costante permetterà di conoscere in tempo reale la loro disponibilità, facilitando gli utenti e minimizzando i tempi di attesa per la ricarica.
Cina. Il nuovo Eldorado chiamato Shenzhen
Rappresenta il mercato più grande al mondo per i veicoli elettrici, per produzione e per vendita. La rincorsa al primato è iniziata nel 2010, quando il governo ha implementato un sistema di sussidi alle vendite che in 12 anni ha erogato una cifra pari a 39 miliardi di euro. A guidare questo processo è stata la città di Shenzhen, 17 milioni di abitanti nel sud del Paese. Nel 2017, è stata la prima città al mondo a elettrificare completamente la sua flotta di 16.359 autobus urbani (un numero che all’epoca superava la somma di tutti gli autobus elettrici presenti a New York, Los Angeles, Chicago e Toronto messe insieme), riducendo le emissioni annuali di anidride carbonica di circa 500 mila tonnellate. Nel 2018 è stata elettrificata al 100% anche la flotta cittadina di taxi. Il tasso di penetrazione complessivo dei veicoli energetici nel 2023 ha superato il 60%. Questo ha generato un rapido sviluppo delle infrastrutture di ricarica. Entro il 2025 verranno installate 833 mila stazioni.
California. Incentivi per i bassi redditi
I programmi di incentivi fiscali e sussidi hanno contribuito al rapido aumento delle vendite di veicoli elettrici in California che, nel primo trimestre del 2024, rappresentavano circa il 24% delle nuove auto vendute nello stato. Uno dei programmi principali è stato il Clean Vehicle Rebate Project (Cvrp) che fino al 2023 ha fornito un massimo di 7.500 dollari di rimborso a chi acquistava un veicolo elettrico. La strategia vincente del Cvrp è stata quella di rivolgersi in particolar modo agli utenti a basso reddito, che raramente hanno la possibilità di accedere alle nuove tecnologie. Approccio poi ricalcato dal Clean Cars 4 All, pensato anch’esso per le comunità a basso reddito che non hanno la possibilità di cambiare la vecchia auto inquinante con un modello più sostenibile. Questo programma offre a chi rottama un veicolo a combustione fino a 12mila dollari per l’acquisto di un’auto o una motocicletta elettrica, sia nuova che usata. In alternativa, si può scegliere di acquistare una e-bike o di ricevere un buono per il trasporto pubblico.
Cile. Il Paese pioniere dell’America Latina
Le aree urbane generano oltre il 70% delle emissioni di carbonio a livello mondiale e l’America Latina è una delle aree più urbanizzate del mondo. L’81% della popolazione vive nelle città, alcune delle quali sono tra le più congestionate del pianeta. Tra queste c’è la capitale del Cile, Santiago, che però sta cercando di invertire la rotta. Con circa 2500 veicoli – il 37% dei bus urbani presenti nella capitale – ha a disposizione la flotta di autobus elettrici più grande del mondo, esclusa la Cina. E nei prossimi mesi si aggiungeranno altri 1200 veicoli, facendo salire la quota al 50%. Oltre a viaggiare a emissioni zero, questi autobus sono più economici rispetto ai cugini a diesel. Il costo al chilometro è di circa 9 centesimi di euro, mentre quello di un autobus a diesel sale intorno ai 40 centesimi. Inoltre, sono dotati di batterie di grande capacità. Hanno un’autonomia di 250 km e impiegano solo 5 ore per essere completamente ricaricate.
In Italia la transizione verso la mobilità elettrica continua ad arrancare. Ad azzoppare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti ci sono soprattutto i ritardi nell’implementazione delle infrastrutture di ricarica –poco diffuse, in particolar modo al Sud –e gli elevati costi dei veicoli elettrici, che scoraggiano specialmente le famiglie a basso reddito. Gli incentivi statali, quando […]