È buio e non trovo l’indirizzo del cliente: giro a vuoto e la batteria è sempre più bassa, devo decidere. O il cliente o me, non ho energia sufficiente per finire la corsa e tornare a casa. Si è messo anche a piovere e temo che lo scotch che tiene la batteria non resista a lungo. Una notte dura e difficile come molte per me e i miei colleghi a Roma. Per fortuna che l’officina di Moyn Khan può sistemare la bici come al solito. È un’oasi di solidarietà per noi rider che dobbiamo fare decine di chilometri in ogni condizione per le consegne in tutta la città. Solo la bici elettrica ci permette di essere abbastanza veloci e arrivare anche nelle periferie come quelle in cui viviamo e in cui ci sono le nostre officine di riparazione. Sono sempre disponibili e amici come Moyn Khamenei hanno il dono della magia nel sistemare le nostre batterie che si consumano anche più volte al giorno. Possiamo fare saldature, riparare le gomme, rimettere insieme i pezzi rotti e per prima cosa ricaricare o sostituire le batterie. I nostri mezzi a volte sono un po’ modificati. Ci permettono di andare più veloci e non dover pedalare per forza sempre. È rischioso, lo so, in una città spesso al buio e con i nostri fari che non sempre funzionano. Ma la cosa più importante per noi è avere abbastanza energia per arrivare ovunque e poterci sbrigare per fare in tempo. Altrimenti perdiamo anche soldi e potemmo rischiare il posto che è peggio che fare un incidente.
(Liberamente tratto, e tradotto, dal diario di un rider romano)
È buio e non trovo l’indirizzo del cliente: giro a vuoto e la batteria è sempre più bassa, devo decidere. O il cliente o me, non ho energia sufficiente per finire la corsa e tornare a casa. Si è messo anche a piovere e temo che lo scotch che tiene la batteria non resista a […]