Splendori e miserie di un aggettivo, per citare un inarrivabile ricamo di Fruttero & Lucentini sul linguaggio del cretinismo italiano. L’aggettivo è cruciale per dare forma a un fatto. Può esaltare o ridicolizzare, condannare o assolvere. Una telefonata “irrituale”, per esempio. È stata definita così la telefonata tra Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter, e il capo ultrà nerazzurro Marco Ferdico finito in galera nell’inchiesta milanese “Doppia Curva”. Per i vertici ultrà di Inter e Milan c’è l’accusa di associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa.
La telefonata è del maggio 2023, alla vigilia della finale di Champions League tra Inter e Manchester City. Il capo ultrà minaccia lo sciopero del tifo perché vuole più biglietti dalla società e l’allenatore promette di attivarsi. Una telefonata del genere dovrebbe essere definita inopportuna, scandalosa, vergognosa. Invece no. L’aggettivo “irrituale” ha consentito alla maggior parte di quotidiani e media sportivi di normalizzare il fatto per proteggere l’allenatore nerazzurro, tipico atteggiamento di quel mondo del calcio rimasto fermo all’omertà della Prima Repubblica politica. Ascoltato dagli investigatori, Inzaghi ha persino parlato di “dialoghi dal tenore tranquillissimo”. Immaginate la premier intercettata con un boss dare poi ai pm la stessa risposta di Inzaghi. “Dialoghi tranquillissimi”. Sulla gravità dell’inchiesta, per trovare un quotidiano sportivo serio bisogna riparare in Francia: L’Équipe ha infatti riportato la definizione dei magistrati sul rapporto tra Inter e ultrà infiltrati dalla ’ndrangheta: “Disinvolto e sottomesso”. Non “irrituale”.
Splendori e miserie di un aggettivo, per citare un inarrivabile ricamo di Fruttero & Lucentini sul linguaggio del cretinismo italiano. L’aggettivo è cruciale per dare forma a un fatto. Può esaltare o ridicolizzare, condannare o assolvere. Una telefonata “irrituale”, per esempio. È stata definita così la telefonata tra Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter, e il capo […]