Due guaritori miracolosi che restituiscono la virilità agli ammosciati, un osceno dio degli antichi, una processione di donne che offrono doni quanto mai espliciti, un diplomatico inglese che riesce a impossessarsi di quei doni. Agli inglesi l’idea di un’Italia che usa il cattolicesimo come una vernicetta per nascondere antichi culti piace molto. La scrittrice Vernon Lee, che dalla fine dell’800 si è stabilita in Toscana, annota: “Certo è che le divinità pagane durano molto più a lungo di quanto noi sospettiamo, qualche volta sono apparse nella loro intrinseca nudità, qualche volta negli abiti riadattati della Madonna e dei Santi. Esisteranno ancora ai nostri giorni?”.
Alla fine del ‘700 esistevano senz’altro. L’antropologo Marino Niola ricostruisce la storia nel delizioso L’Italia dei miracoli. Storie di santi, magia e misteri (Cortina), che trabocca di patroni e patronesse, serpenti e tarante, capuzzelle e monacielli, porte per l’inferno e riti di fertilità. Nel 1781 sir William Hamilton, ambasciatore inglese a Napoli, scrive a Londra: “Ho scoperto il culto di Priapo, divinità oscena degli antichi, in pieno rigoglio, come ai tempi dei Greci e dei Romani”. Racconta Niola: “Di fatto il diplomatico britannico descrive la festa dei santi Cosma e Damiano che si svolgeva a Isernia, in Molise. L’antico dio della fecondità, raffigurato come un fallo dal volto umano, filologicamente non avrebbe molto in comune con i due santi. Se non fosse per un particolare anatomico piuttosto rilevante. E anche imbarazzante. Cioè i giganteschi membri virili di cera che le donne offrivano ai due patroni celesti per avere in cambio una vita sessuale ricca di satisfaction. E non paghe, le devote nel portare all’altare l’ex voto indecente esclamavano: Così lo voglio!”.
Cosma e Damiano, martiri sotto Diocleziano, erano gli “anargyroi”, i “senza denaro”. I santi medici che risanavano gratuitamente gli ammalati. I precursori, se non della sanità pubblica, di Emergency. Narra la leggenda che Palladia, una matrona guarita da un’emorragia inarrestabile, ricompensa Damiano con tre uova. Cosma si infuria e decide di troncare ogni rapporto con il fratello che si è fatto corrompere. A mettere pace fra i due interviene un dromedario al quale un prodigio ha donato la parola: Damiano ha accettato il dono per delicatezza, per non mettere in imbarazzo la donna con un rifiuto.
Santi così gentili non potevano respingere i doni delle fedeli molisane. Hamilton apprende la storia da un corrispondente di Isernia, che gli scrive nel 1780: “In città vi sono molti divoti che vendono membri virili di cera di diverse forme, e di tutte le grandezze, fino ad un palmo”. E dopo avere raccontato delle offerte indecenti, prosegue: “Finisce la festa… con ritornar gravide molte donne sterili maritate, a profitto della popolazione delle provincie; e spesso la grazia s’estende senza meraviglia alle zitelle, e vedove, che per due notti hanno dormito, alcune nella Chiesa de’ P.P. Zoccolanti, ed altre delli Cappuccini… Succedendo gravidanze non deve dubitarsi che sia opera tutta miracolosa, e di divozione”. Opera nella quale intervengono anche preti e frati, desiderosi di dare una mano ai santi.
Insomma una falloforia, un’orgia dionisiaca. Niente di strano che sir William Hamilton abbia pensato al culto di Priapo mascherato da cerimonia cristiana. Oltre che diplomatico, l’inglese è anche archeologo e vulcanologo. Studia il Vesuvio e l’Etna, allestisce una sontuosa collezione di vasi greci e romani. Li venderà al British Museum, assieme a cinque degli ex voto molisani in cera rossa e a numerosi amuleti fallici trovati a Ercolano. Per finanziarsi il dispendioso mènage à trois che lo vede dividere la moglie Emma, un’ex prostituta assai più giovane di lui, con l’ammiraglio Horatio Nelson.
Tecnicamente non è un furto, i veri ladri in quegli anni sono i francesi di Napoleone che razziano migliaia d’opere d’arte, anche i quattro cavalli un bronzo di piazza san Marco a Venezia. E di quell’antico culto oggi a Isernia non c’è più traccia: vietato dai Borboni come esibizione oscena già a fine ’700, ne resta a fine settembre una processione, un mercato e la consueta esibizione canora delle sagre patronali (quest’anno erano di scena Luca Barbarossa e una tribute band dei Pooh). Quanto agli ex voto che Hamilton manda a Londra, sono custoditi da metà ’800 nella “collezione segreta” del British, troppo osceni per essere mostrati al pubblico. Secondo Niola “non sarebbe peregrino chiedere la restituzione, perché alla fine sono cazzi nostri”.
Due guaritori miracolosi che restituiscono la virilità agli ammosciati, un osceno dio degli antichi, una processione di donne che offrono doni quanto mai espliciti, un diplomatico inglese che riesce a impossessarsi di quei doni. Agli inglesi l’idea di un’Italia che usa il cattolicesimo come una vernicetta per nascondere antichi culti piace molto. La scrittrice Vernon […]