Visto da Sud
di Horacio Verbitsky

Le “forze del cielo”: Argentina, fascismo o no

In un evento caratterizzato dall’estetica dell’impero romano, i sostenitori del presidente argentino Javier Milei hanno annunciato che diventeranno il suo braccio armato e la sua guardia pretoriana. I settori progressisti e di sinistra hanno protestato contro la rinascita del fascismo. Una parte degli organizzatori ha festeggiato il fatto che i loro avversari “abbiano abboccato” e prestato attenzione. Tuttavia, un altro dirigente ha spiegato che l’unica arma che brandiscono è il telefonino, con cui affermano di combattere una battaglia culturale.

Si tratta di essere “un Gramsci di destra”. Non è troppo originale, poiché da decenni Washington promuove questa battaglia culturale. E non è una mera metafora. Ai soldati inviati a combattere in Afghanistan, il Pentagono ha proiettato il film straordinario di Gillo Pontecorvo, La battaglia di Algeri, del 1966. In precedenza lo aveva fatto la dittatura argentina, con proiezioni precedute da un messaggio del cappellano cattolico.

Due fronti opposti giudicano il regime Milei: il fedelissimo del Papa e il filosofo italiano

In modo diretto o indiretto, l’ispiratore di ciò che gli agitatori di Milei chiamano “Le forze del cielo” è Steve Bannon, che sostiene una internazionale populista di destra come unica forma efficace per affrontare il populismo di sinistra. Nei tempi della post-verità, qualsiasi menzogna ha effetto sulle reti antisociali.

Ebreo, comunista, resistente antifascista, Pontecorvo ripudiava il colonialismo francese e i suoi metodi nel Maghreb. Sebbene si tratti di un’opera di finzione, La battaglia di Algeri è narrata con la semplicità di un documentario, in cui si mostra la ricostruzione dell’organigramma del Fln, attraverso il ciclo tortura, delazione, nuove catture, fino ad arrivare all’apice. Ciò che per Pontecorvo era una denuncia, si è trasformato in una Bibbia per coloro che egli detestava.

Tra i denuncianti della rinascita del fascismo spicca il filosofo calabrese Rocco Carbone, residente da anni in Argentina, autore di diversi libri sulla mafia. Nell’ultimo, Il fascismo psicotizzante, sostiene che il fascismo è “uno strumento del capitalismo in crisi”, che oggi copre la sua azione con belle parole come libertà.

Questa idea è rifiutata dal brillante intellettuale Raúl Zaffaroni, ex giudice della Corte Suprema di Giustizia e della Corte Interamericana dei Diritti Umani. Papa Francesco lo ha nominato a capo del nuovo Istituto Fray Bartolomé de las Casas, per la ricerca e la promozione dei Diritti Sociali.

Zaffaroni mette in guardia contro “confusioni come l’identificazione della nostra penosa realtà con un regime fascista. In nessun modo è fascismo avvalersi dei regalapatrias – né tantomeno vendepatrias – per distruggere l’apparato statale e seminare un caos sociale e istituzionale funzionale alla voracità colonizzatrice”. Conclude che non si tratta di fascismo e antifascismo, ma di “una chiara questione di sovranità nazionale, di cui è titolare il Popolo” che, “prima o poi” si libererà di questo regime che “consegna la Nazione ai voraci interessi colonialisti”.

In un evento caratterizzato dall’estetica dell’impero romano, i sostenitori del presidente argentino Javier Milei hanno annunciato che diventeranno il suo braccio armato e la sua guardia pretoriana. I settori progressisti e di sinistra hanno protestato contro la rinascita del fascismo. Una parte degli organizzatori ha festeggiato il fatto che i loro avversari “abbiano abboccato” e […]

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