I fanghi tossici da smaltire, il passaggio di una valigetta che doveva contenere 25 mila euro di tangente ma era vuota, e un politico Udc, Biagio Iacolare, famoso per aver mediato nel 2015 il passaggio in extremis di Ciriaco De Mita dal centrodestra di Caldoro al centrosinistra di De Luca, e poi nominato presidente di una società in house della Regione, la Sma Campania, che si occupa di ambiente. Iacolare viene registrato mentre dialoga con l’ex boss dei rifiuti Nunzio Perrella che propone una “stecca”, e ricorda al faccendiere che “mi ha messo qui il governo”. Inteso come governo regionale, ovvero il vicepresidente con delega all’Ambiente Fulvio Bonavitacola, già parlamentare democratico, il salernitano storico braccio destro di Vincenzo De Luca, al quale Iacolare fa esplicito riferimento durante la “trattativa”: “Io ho un rapporto diretto con il vicepresidente, al quale devo spiegare che qui stiamo favorendo alcune situazioni… sono loro che mi hanno messo accà…” .
Eccoli, gli ingredienti della nuova puntata ancora inedita della videoinchiesta di Fanpage.it su appalti e rifiuti. Dalla redazione di via Generale Orsini a pochi metri dal lungomare di Napoli rimbalzano notizie che rendono ancora più furibondo De Luca e il suo entourage. Il Fatto Quotidiano è in grado di raccontare i contenuti essenziali di una vicenda per la quale Iacolare e il suo mediatore, Rori Oliviero, ex presidente del consiglio comunale di Ercolano, sono indagati per corruzione (Bonavitacola non è indagato). Il fascicolo è del pm di Napoli Sergio Amato, il magistrato che ha indagato Roberto De Luca per corruzione e che sta visionando i filmati integrali di Perrella a colloquio con Francesco Colletta e col rampollo del governatore per discutere di smaltimento delle ecoballe e di quote “del 15 per cento comprensive del signor Roberto”. Che domenica ha annunciato le dimissioni da assessore al Bilancio di Salerno ma ieri non le aveva ancora protocollate (in serata sono apparse su Facebook). L’incontro tra Iacolare e Nunzio Perrella, l’ex ministro dei rifiuti del clan che Fanpage.it ha infiltrato con una telecamerina nascosta nel bavero, avviene il 17 gennaio nel bar dell’Hotel Holiday Inn al centro direzionale. Iacolare veste una giacca a quadretti marroncina e una maglia bordeaux, Oliviero è in giacca bluette e cravatta rossa. Davanti a un caffè i tre parlano di un problema.
La Sma si occupa di cinque depuratori campani e deve smaltirne i fanghi. C’è un regime di proroga in corso, l’emergenza è la chiave per sbloccare gli affidamenti diretti. Perrella si propone come l’uomo giusto per la soluzione. E per l’affare: un prezzo ultrascontato di meno di 100 euro a tonnellata quando il mercato ne chiede oltre 200, e la possibilità di procurare voti “a 50 euro l’uno”. Iacolare appare interessato e spiega che però deve riferire a chi lo ha messo lì: “Io ho un rapporto diretto con il vicepresidente, è assessore al ramo, gli devo spiegare che accà stiamo favorendo delle situazioni… Devo dargli dei numeri precisi, Io sono espressione di un governo, anche se sono autonomo. Sono loro che mi hanno messo accà”. Durante la trattativa, Iacolare fa salire l’asticella fino a 140 euro e poi fino a oltre 200. La differenza coi 90 euro iniziali diventa la “cresta” della tangente. Oliviero viene investito del compito di proseguire il discorso con Perrella nei giorni successivi. Gli accenna ad aver compiuto “verifiche con il vicepresidente” sulle problematiche dei fanghi. Poi si pilotano le condizioni dell’appalto: dieci tir al giorno di fanghi verso una discarica, 25 mila euro di tangente subito, con la lettera di invito all’affidamento, altri 25 mila euro al momento della firma. Il 9 febbraio l’appuntamento in un bar di piazza dei Martiri per la consegna della valigetta coi primi 25 mila. La telecamerina ne filma l’ingresso nel portabagagli di Oliviero. È vuota. E da allora scatta l’allarme rosso in Sma. Fanpage.it decide che non si può aspettare oltre per andare in Rete, la borsa vuota ha lasciato odore di bruciato. Il direttore Francesco Piccinini avverte la Procura, che ribatte accelerando le perquisizioni, prima che l’inchiesta diventi pubblica.
In un altro filone su appalti Sma è indagato Luciano Passariello, Fratelli d’Italia, candidato nel collegio della Camera di Napoli-Ponticelli. Giorgia Meloni aveva detto “è pulito”. Ma è imputato a Cagliari dal 2016 con l’accusa di riciclaggio per il clan: la procura sarda gli contesta un “giro” di 130 mila euro provenienti da assegni e denaro liquido sospetti nel periodo tra agosto e settembre del 2003.