Alla fine nessuno gode. Non sono stati promossi né il generale Saltalamacchia né il generale Pascali né il generale Bacile e nemmeno il colonnello Adamo. Questa è l’ultima sui carabinieri che esce dalla tanto attesa commissione di avanzamento da generale di brigata a generale di divisione e anche dall’altra commissione per far diventare generali a una stelletta i colonnelli. In quest’ultimo caso, Giovanni Adamo, ex comandante dei carabinieri nella provincia di Sassari, persona offesa nel procedimento che vede indagato Tullio Del Sette per il suo trasferimento, non è stato promosso generale.
Il passaggio di routine delle commissioni di avanzamento è stato trasformato in un momento delicato per i suoi risvolti politici, mediatici e, in fondo, anche giudiziari. L’esclusione più clamorosa è quella di Emanuele Saltalamacchia, cioè del generale celebre per la grigliata con Tiziano Renzi a Rignano sull’Arno, nella villa di famiglia, nella quale avrebbe messo in guardia ‘il babbo’ dal parlare troppo al telefono, secondo la testimonianza di un altro commensale, il sindaco Daniele Lorenzini. Saltalamacchia è indagato con Luca Lotti e con il generale Tullio Del Sette con l’accusa di rivelazione di segreto e favoreggiamento per le soffiate ai vertici di Consip sull’indagine.
Nella graduatoria dei generali di brigata in attesa di promozione, prima della riunione di ieri, Saltalamacchia era in terza posizione a un’incollatura dal secondo. Già comandante del provinciale di Firenze ai tempi di Matteo Renzi sindaco e poi della Regione Toscana, è considerato un amico del leader del Pd e dei suoi.
Strano destino il suo: è stato accusato da un caro amico, Luigi Marroni, che frequentava a Firenze con le rispettive consorti. Ed era ieri in competizione con un altro suo amico: Sergio Pascali, il comandante del Noe, che ha indagato su Del Sette, Saltalamacchia, Lotti e Tiziano Renzi.
Proprio lunedì Saltalamacchia è stato interrogato dai pm romani Paolo Ielo e Mario Palazzi su Consip. Agli amici ha sempre detto di essere innocente e di avere al massimo dato a Marroni, come a tanti altri, il consiglio di non parlare troppo al telefono. In passato è stato a un passo dal diventare capo dei Servizi segreti e le sue quotazioni restano alte, dopo essere stato indagato, era stato chiamato poche settimane fa alla guida dei carabinieri del ministero degli Esteri.
Era terzo dietro i due promossi sicuri, Gino Micale e Giuseppe Governale, entrambi classe 1959. Eppure a lui che è nato nel 1956, ieri sono state negate le due stellette.
Oltre a Saltalamacchia non è stato promosso neanche Sergio Pascali, che resterà generale di brigata essendo del 1955.
Pascali però è in una situazione ben diversa. È il comandante del Noe, il gruppo che ha svolto le indagini sulla Consip, quindi su Del Sette, almeno fino a quando il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone a marzo ha deciso di togliere la delega di indagine al suo raggruppamento.
Anche il generale Antonio Bacile, già comandante regionale della Sardegna, è stato fermato ieri a beneficio di altri generali. Anche lui come Saltalamacchia condivide un’indagine con Del Sette.
Terzo dei promossi ieri è stato il generale Andrea Rispoli, classe 1960. Dopo Rispoli, a dispetto delle graduatorie e dei pronostici della vigilia, sono stati inseriti due nomi inattesi: Quarta e Nardone. Claudio Quarta, anche lui classe 1956, è stato il comandante regionale dell’Abruzzo e probabilmente sarebbe stato destinato a una pensione da generale di brigata se non fosse stato ripescato al posto di chi, sulla carta, era avanti alla vigilia. Il generale Paolo Nardone, recentemente nominato alla guida della Regione Liguria, classe 1959, ha superato il suo predecessore alla guida dei carabinieri della Sardegna, Antonio Bacile, classe 1957. Bacile è stato indagato dalla Procura di Sassari a marzo per il presunto abuso di ufficio del trasferimento di un sottufficiale in Sardegna. In quell’inchiesta è indagato, per un altro trasferimento, per lo stesso reato, anche il comandante generale Tullio Del Sette.
Sia per Bacile sia per Del Sette, la Procura di Roma, dopo avere ricevuto il fascicolo per competenza territoriale, ha chiesto al Gip l’archiviazione.
Comunque non è detto che la storia dei generali non promossi finisca qui. Al Comando generale ieri girava la voce che non si tratta di una bocciatura, ma di una valutazione sospesa in attesa di vedere come finiscano le indagini. Ci vuole solo un po’ di pazienza e lo sapremo.