“Mario Draghi non è un nemico, ma un italiano che rappresenta un’istituzione importante, con cui vogliamo avere un dialogo sereno nell’interesse del Paese”. Il giorno dopo l’attacco di Luigi Di Maio, che aveva accusato il presidente della Bce di “avvelenare il clima”, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, esponente di peso del M5S, assicura che non c’è nessuna guerra con Draghi. Proprio come ha fatto lo stesso vicepremier ieri: “Non ho litigato con il presidente della Bce, ho solo espresso un parere”.
Di Maio ha fatto marcia indietro. Attaccare Draghi è stato un errore, no?
Luigi ha solo chiarito che non c’è stato nessun litigio. La sua critica si riferiva a un passaggio dell’intervento del presidente della Bce, quello in cui parlando dell’Italia aveva accennato alla Brexit. Un paragone che è stato ripreso ovunque ma che non può esistere, perché il nostro governo non ha alcuna intenzione di lasciare la Ue e l’euro.
Magari teme che la Lega voglia proprio questo. E magari ha ragione.
Il contratto di governo sul punto è chiarissimo.
Il presidente della Bce vi chiede toni più moderati nei confronti delle istituzioni europee, per non innervosire i mercati. Ma voi continuate a urlare contro Juncker e Moscovici.
Siamo aperti al dialogo, ma i due commissari europei fanno politica sulla pelle dei cittadini. Hanno criticato la manovra a prescindere, senza averla neppure letta, appena hanno appreso dell’aumento del deficit.
Criticare lo sforamento rientra nel loro ruolo.
Su altri sforamenti molto più alti non hanno battuto ciglio.
Per il ministro dell’Economia Tria “sullo spread pesa l’incertezza su dove va il Paese”. E ammette che avrebbe preferito un livello di deficit più basso.
Non abbiamo incertezze e sappiamo dove va il Paese. Siamo stati chiamati a governare per rispondere alla domanda di cambiamento dei cittadini. Tria non mette in discussione la bontà della manovra.
Per il ministro “ se la crisi continua il governo dovrà intervenire sulle banche”. Vi apprestate a dare miliardi come Renzi e Gentiloni?
Non sarà dato un euro dei cittadini alle banche. La situazione è sotto controllo.
E se peggiorasse?
Spiegheremo la manovra ai mercati e lo spread calerà.
Lei è ottimista.
Renderemo l’Italia più forte con le nostre riforme. E una di queste sarà la riforma del processo civile, con cui abbatteremo i tempi delle cause, garantendo la tutela dei diritti: e sarà fondamentale per attirare investimenti. Non abbiamo deciso se presentarla con disegno di legge o con decreto. Entro metà novembre la metteremo in consultazione sul web per avere il parere di cittadini e addetti ai lavori.
Avete accettato un condono fiscale.
No, è una pace fiscale prevista dal contratto, per andare incontro a chi è in difficoltà
È un condono.
Accedervi non converrà a chi ha commesso reati, perché non è prevista la non punibilità.
Di Maio aveva promesso le manette per gli evasori, ma sono sparite dal decreto fiscale. Brutto, no?
Saranno previste in un emendamento al disegno di legge spazzacorrotti, un altro provvedimento prezioso per gli investitori. Gli uffici lavorano all’ipotesi di inasprire le pene per gli evasori e abbassare le soglie di punibilità.
Basterà?
Sono riforme importanti. Come lo sarà quella della prescrizione, che voglio inserire con un altro emendamento al ddl spazzacorrotti.
La Lega farà muro.
La riforma è nel contratto, ed è legata ad un aumento del personale della giustizia, previsto grazie a investimenti per 500 milioni. E l’intenzione resta quella di congelare la prescrizione dopo la sentenza di primo grado.
Intanto sul Tap avete tradito le promesse. Avevate giurato di fermarlo in 15 giorni.
No, sul Tap abbiamo fatto un’operazione verità appena entrati in possesso delle carte. Hanno creato penali per 20 miliardi, e non si può tornare indietro. Ma faremo di tutto per limitarne l’impatto.
State perdendo l’identità.
Falso. Della giustizia le ho spiegato, ma ricordo che abbiamo abolito i vitalizi, varato il decreto dignità e fermato lo stop alle intercettazioni. E presto faremo il reddito di cittadinanza e la class action. E questi sono i nostri valori
In caso di condanna Virginia Raggi dovrà dimettersi? Salvini è pronto alla campagna per Roma.
Il codice etico parla da solo. Ma fare commenti politici sull’udienza di Virginia è davvero irrispettoso.