Che forza Eventi 6! L’aziendina della famiglia Renzi è schizzata in orbita proprio nel periodo di maggior fulgore di Matteo, quando tra il 2013 e il 2017 è stato capo del Pd e poi del governo. Da piccola impresa di provincia è diventata protagonista di un mercato gigantesco, anche se non più sulla cresta dell’onda, eroso da Internet e Google e snobbato dalla clientela: il mercato della consegna in tutte le case d’Italia di circa 20 milioni di elenchi delle Pagine Gialle e Bianche. Da società presente da anni nel settore, ma con un ruolo assai marginale e schiacciata da Poste che con i suoi 30 mila portalettere è stata a lungo l’azienda quasi naturalmente predisposta per le consegne dei volumi, Eventi 6 ha spiccato tra il 2016 e il 2017 un balzo prodigioso fino a occupare quasi il 60 per cento del mercato, il 57 per l’esattezza. Ogni 10 elenchi consegnati nei mesi scorsi alle famiglie italiane 6 sono passati per le mani della piccola impresa dei Renzi, che con i suoi 4 dipendenti fissi dichiarati c’è da ritenere abbia fatto i salti mortali per onorare l’impegno.
È stato un successo travolgente, ma ahimé effimero. Appena le fortune di Matteo hanno cominciato ad appannarsi anche la stella della Eventi 6, forse per un caso o forse per una semplice coincidenza, ha preso a brillare di meno. Nel 2018, i 20 milioni di elenchi delle Pagine Gialle saranno affidati a un’altra azienda, la bresciana Deliverando. Così ha deciso la società Pagine Gialle che dopo un’operazione di fusione per incorporazione si chiama Italiaonline. Come responsabile del marketing a Pagine Gialle c’è stato a lungo Mauro Gaia, il manager che proprio Renzi ora vorrebbe capo della pubblicità Rai. E forse pure questa è una coincidenza. Non è chiaro il motivo del cambio di fornitore per la distribuzione degli elenchi, avvenuto proprio nel momento dell’apoteosi della Eventi 6. A Italiaonline sono laconici: “Abbiamo fatto le nostre valutazioni di mercato e abbiamo deciso di cambiare”.
Ai Renzi e alla Eventi 6 resta la soddisfazione di aver condotto con successo l’assalto al cielo, portando nel frattempo a casa un bel po’ di soldi. Quanti, nessuno lo vuol dire. Tiziano Renzi, il fondatore dell’impresa di famiglia, non ha voluto rispondere alla domanda del Fatto. Idem la moglie, Laura Bovoli, che possiede l’8 per cento del capitale sociale complessivo di 60 mila euro dell’aziendina con sede a Rignano sull’Arno. La signora Laura è la presidente e gestisce la società insieme alle figlie, Benedetta e Matilde, proprietarie rispettivamente del 36 e del 56 per cento, più un famiglio, Roberto Bargilli, l’ex autista del camper al tempo delle primarie del Pd. Neanche l’impresa committente, la Italiaonline, intende dire quanto ha pagato: ricordano che la loro è una società quotata in Borsa e ritengono che l’importo per la consegna delle Pagine Gialle sia un elemento sensibile, da non divulgare. Perfino le Poste si arroccano sulla linea del silenzio e non forniscono i dati relativi ai loro contratti passati con Pagine Gialle.
Le aziende del ramo parlano di un affare del valore di almeno una decina di milioni di euro l’anno, cifra che rapportata alla presenza conquistata da Eventi 6, lascia supporre che la società dei Renzi solo nel 2017 abbia incassato tra i 5 e i 6 milioni. Una riprova del successo è rintracciabile nei bilanci: dal 2013 al 2016 il fatturato della Eventi 6 è cresciuto da 1 milione e 900 mila euro circa a 7 milioni e 200 mila. Idem gli utili netti: incremento di 165 volte, da 689 euro nel 2013 a 114.765 quattro anni dopo. Anche lo stato patrimoniale ha beneficiato dell’ottimo andamento degli affari: la voce immobilizzazioni materiali registra un salto da 78 mila euro nel 2015 a quasi 1 milione e mezzo di euro l’anno successivo. Su Libero Franco Bechis ha scritto che questo balzo si spiega con la circostanza che la Eventi 6 ha comprato un fabbricato a Rignano senza intaccare le disponibilità liquide di cassa che, anzi, tra il 2015 e il 2016 sono aumentate pure quelle da 234 mila euro a 421 mila.
La storia della travolgente galoppata della Eventi 6 corre in parallelo sia con il successo di Matteo sia con la contemporanea e clamorosa ritirata di Poste dal mercato delle Pagine Gialle. Fino al 2013 Poste conduceva le danze praticamente da sola, effettuando il 70 per cento delle consegne con i suoi 30 mila postini e riservando il resto, 30 per cento, a una sua società satellite, Postel. Che pur essendo della famiglia Poste, ma non avendo portalettere alle dirette dipendenze, si avvaleva della ditta dei Renzi passandole la sua parte: le consegne a Torino e Milano nel 2013 e 2014 per un importo di 1 milione e 97 mila euro. Nel 2015 il quadro cambia: Poste mantiene la sua quota del 70 per cento di consegne, ma Postel esce di scena. Al suo posto subentra direttamente l’impresa dei Renzi che l’anno successivo fa Bingo: Poste esce completamente di scena, Eventi 6 raddoppia la sua quota di distribuzione degli elenchi conquistando il 57 per cento del mercato. Come sia potuto succedere che la montagna Poste si sia fatta mangiare dal topolino Eventi 6 resta un mistero. Poste dice che ci sarebbe stata una gara e che loro alla fine si sarebbero sfilati non trovando più conveniente l’affare.
Italiaonline non conferma e non smentisce. Ma una domanda è d’obbligo: perché Eventi 6 con le Pagine Gialle ci ha guadagnato e Poste, che per le consegne poteva contare sui 30 mila portalettere stipendiati, il guadagno non l’ha cercato?