La carica dei 15mila. Tante sono le autocandidature per le Parlamentarie del M5S, stando alle indiscrezioni. Una valanga che quasi preoccupa i capi e lo staff di Milano. Sotto massima pressione, perché ora il timore è quello di imbarcare impresentabili e opportunisti. Tanto che il candidato premier Luigi Di Maio un paio di giorni fa ha ricordato che “il M5S non è un taxi su cui salire per entrare in Parlamento”.
Così è già scattata la seconda fase di verifica, con tutti gli aspiranti candidati che entro il 15 gennaio dovranno inviare con raccomandata al comitato elettorale a Roma il certificato penale, quello dei carichi pendenti e il cosiddetto certificato 335, se a conoscenza di indagini a loro carico. Peccato però che lo staff abbia inviato a tutti una mail con un indirizzo sbagliato, il numero 3 di via Piemonte, mentre il civico giusto è il 32. E allora la Casaleggio ha dovuto rimediare inviando una nuova email con il recapito corretto, concedendo a chi aveva già spedito la documentazione di spedire nuovamente tutto tramite posta elettronica.
Un problema in più , per il Movimento, dove già rischiano l’esaurimento per verificare dati e curricula incrociati. E dove crescono i rimpianti per i no di tanti personaggi di peso. Possibili candidati che però “pretendevano collegi blindati o posti da capilista”. Il M5S non è stato in grado di garantirli, e in tanti si sono tirati indietro. Bel guaio, e infatti Di Maio continua a lanciare appelli “a farsi avanti” per gli uninominali. Finora sono arrivate soprattutto candidature di giornalisti, un paradosso per il Movimento che ha sempre avuto un rapporto difficile con la stampa (il blog di Grillo è sempre quello che ospitava “il giornalista del giorno”, gogna per i cronisti sgraditi).
Eppure è ancora dal mondo dell’informazione che arriva una possibile autocandidatura, quella dello speaker della radio Rtl, Max Viggiani: “È un movimento giovane che sembra voler fare cose positive. Se mi chiedono di candidarmi, dico di sì”. Per uno che si propone c’è già un candidato certo, l’ex direttore di SkyTg24 Emilio Carelli, che su Facebook spiega: “Da diversi mesi mi sono avvicinato al Movimento, conquistato dai valori di una forza politica giovane. Per questo ho scelto di contribuire, mettendo a disposizione le mie competenze nel mondo dell’informazione”. E il silenzio con i giornalisti? “Vale per tutti i candidati”, precisa Carelli. Mentre anche un altro collega aspirante candidato, l’ex direttore della Padania Gianluigi Paragone, conferma su Facebook di essersi presentato: “È bello sognare un cambiamento. Io ci sono”.
Ma affiorano anche tensioni, con il deputato uscente Angelo Tofalo che bacchetta l’aspirante candidato Marco Montanari, consulente della Farnesina che aveva auspicato lo smantellamento dei servizi segreti interni. “Teorie un po’ surreali” secondo il membro del Copasir, a detta del quale “i servizi sono il cuore pulsante della nostra democrazia”.