È una norma assai curiosa, l’ultima versione del condono chiesto dalla Lega sulle cartelle esattoriali. La misura, in teoria prevista per i piccoli contribuenti in crisi, è formulata in un modo tale che apre la porta anche a quanti hanno occultato i propri redditi o patrimoni. E potrebbe essere usata anche dal papà di Luigi Di Maio, titolare di 33 cartelle per oltre 170 mila euro. Il Pd già lo chiama “Condono Di Maio”.
Il testo è entrato in manovra per volere di Matteo Salvini dopo che dal decreto fiscale era uscita “l’integrativa”, la possibilità di integrare i redditi pagando solo il 20%. Prevede il “saldo e stralcio” delle cartelle tra il 2000 e il 2017 per chi è “in grave e comprovata situazione di difficoltà economica” calcolata in base all’Indicatore della situazione economica equivalente. Riguarda persone fisiche e ditte individuali. Potranno essere estinti i debiti per omessi versamenti di tasse e contributi Inps pagando il 16% con Isee sotto 8.500 euro, il 20% con Isee fino a 12.500 euro e 35% con Isee oltre i 12.500 euro e fino a 20mila euro. Può accedere anche chi ha aperta una procedura di liquidazione, pagando il 10%. Il dovuto si paga in 5 anni, senza sanzioni e interessi di mora (ma con il 100% dell’aggio) e interessi di rateizzazione pari al 2%.
È un condono, ma più coerente con gli annunci del contratto di governo, limitando il “saldo e stralcio” a chi ha dichiarato ma poi non versato, magari perché in difficoltà (escludendo chi non ha dichiarato, se è stato accertato). Problema: il testo non ha soglie massime per i debiti fiscali da sanare. Così potrà essere usato anche dai finti poveri che hanno redditi nascosti o intestati a prestanome. Per fare un esempio, una persona con Isee di 15mila euro e cartelle per 200mila potrà chiudere tutto pagando 70mila euro in 5 anni. In teoria c’è il rischio di subire un accertamento dell’Agenzia delle Entrate, ma la macchina dei controlli non è sempre efficace. La norma serve alla Lega per parlare a quel vasto mondo di partite Iva e ditte individuali che hanno accumulato debiti fiscali perché in difficoltà o per risparmiare per poi spogliarsi di redditi e beni.
In teoria potrebbe essere usato anche da Antonio Di Maio, che ha un reddito di soli 88 euro (e terreni cointestati che impattano solo il 20% sull’Isee) e accumulato cartelle per 176mila euro prima di liquidare la ditta individuale di costruzioni. Il figlio ha detto che il padre non avrebbe aderito alla rottamazione Ter. Si vedrà se rifiuterà anche questo condono.