Come se la questione migranti non bastasse, a rendere perigliosa la navigazione nelle acque europee verso il Vertice di Bruxelles giovedì e venerdì, il governo italiano ci aggiunge il carico da novanta del lavoro e della lotta alla povertà: priorità ovvie di ogni esecutivo nazionale, che in larga parte esulano, per volontà dei governi, dalle politiche comunitarie.
Ma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che prosegue a Berlino la sua iniziazione europea, dopo essere stato venerdì a Parigi, annuncia alla cancelliera tedesca Angela Merkel che, al Vertice, nella discussione sul nuovo quadro finanziario pluriennale Ue 2021-’27, l’Italia cercherà d’orientare i fondi europei verso misure di sostegno all’inclusione sociale, come il reddito di cittadinanza.
Cioè, alla Germania andiamo a chiedere, lo stesso giorno, di farsi un po’ carico dei migranti sbarcati in Italia e un po’ pure dei nostri poveri e disoccupati. In cambio le prospettiamo riforme per rendere più competitivo il sistema Paese: questa, la Merkel l’ha già sentita da almeno altri cinque premier italiani e senz’altro, buona creanza a parte, si chiede perché stavolta dovrebbe crederci.
Fortuna che le decisioni sul bilancio Ue 2021-2027 non devono maturare adesso – se va bene, a fine 2019. Ora, la corda è tesa sui migranti: Conte arriva dalla Merkel che la cancelliera ha appena disinnescato l’insidia portata al suo governo dal ministro dell’Interno, il bavarese Horst Seehofer: ok al piano sull’immigrazione del ‘Salvini di Monaco’, ma nel quadro di un accordo sul diritto d’asilo a livello europeo; no all’“avvio automatico” dei respingimenti alle frontiere tedesche. Dopo il Vertice di Bruxelles, la Cdu, il partito della Merkel, di cui la Csu di Seehofer è una costola, ne vaglierà i risultati.
In questo contesto avviene la stretta di mano tra la Merkel e Conte e si collocano le dichiarazioni alla stampa, che precedono il colloquio e che sono, sostanzialmente, e scontatamente, mielose. La Merkel è pronta a venire incontro alle richieste dell’Italia sui migranti ed è consapevole che l’Ue deve cambiare – una frase passe-partout, che va sempre bene. Conte avverte che, se non ci sarà una risposta europea, la libertà di circolazione di Schengen è a rischio – il che suona autogol, ma può fare colpo.
Mentre in Italia il vice-premier M5S Luigi Di Maio gioca l’ ‘asse dei premier’ – Italia, Germania, Francia – contro l’ ‘asse dei ministri dell’Interno’ del collega Salvini – Italia, Germania, Austria –, sostenendo che “la Germania ci sta servendo degli assist”, la Merkel riconosce l’urgenza di dare “solidarietà all’Italia” e apre a “collaborare con l’Italia” sia sui migranti che sul lavoro. Fra le cose da fare, la cancelliera cita il potenziamento di Frontex e la tutela delle frontiere esterne dell’Unione.
Conte dice che l’Italia non può continuare a fare da sola e che sui migranti l’Ue deve “cambiare prospettiva”; e ricorda che “chi mette piede in Italia mette piede in Europa” e che “la posta in gioco è altissima”. Le relazioni tra Italia e Germania? “Eccellenti”.
Poi i microfoni della conferenza stampa si chiudono e inizia il colloquio. Che forse non sarà stato tutto un ‘volemose bene’.