P2 e colonnelli, il senso di Gelli per l’Argentina

Sono passati 40 anni dall’instaurazione della dittatura militare in Argentina e un testo di Carlos Manfroni, storico e legislatore, intitolato Propaganda 2 (uscito in America Latina per Ed. Sudamericana) attraverso documenti italiani e dell’Fbi, rivela come la Loggia P2 di Licio Gelli sia stata regista di quel decennio, dove guerriglia e giunta militare erano, di fatto, “nemici intimi” agli ordini del Venerabile.
Manfroni, perché la Loggia P2 puntava sull’Argentina negli anni 70?
L’intenzione era di avere il controllo di una nazione dotata di ricchezze nell’America Latina, oltretutto con un legame fortissimo con l’Italia, con due obiettivi: uno economico l’altro geopolitico. Il primo legato agli affari della Loggia come finanza, petrolio, acciaio, traffico di armi e di droga. Il secondo mirava ad isolare l’Argentina per avvicinarla al mondo non allineato , Libia e Medio Oriente principalmente. Il paese offriva anche una situazione di tensione unica dovuta alla proscrizione del peronismo e il suo ritorno 17 anni dopo, cosa che per Gelli significava lo sviluppo di un piano per portare successivamente il suo candidato al potere, l’ammiraglio Massera, vecchio membro della P2.
L’influenza di Gelli è stata determinante per la storia dell’Argentina?
Giancarlo Elia Valori, piduista poi espulso, dichiarò alla commissione parlamentare di indagine sulla P2 di come la figura di Gelli fosse più importante in Argentina che in Italia: può sembrare esagerato ma bisogna dire che la P2 determinò tutta la storia argentina degli anni 70 e il confronto sanguinario che la sconvolse. Si infiltrò nei servizi segreti, come fece con quelli italiani. Fu così chiave nella caduta del Governo Frondizi che nell’uccisione del generale Aramburu , uno che mirava proprio in quel periodo ad una integrazione del peronismo nella vita politica; e fu così che apparve l’allora sconosciuta organizzazione terroristica Montoneros.
Poi cosa accadde?
Morto Aramburu, Peron decise di appoggiarsi alla lotta della guerriglia contro la dittatura che governava il Paese, per poi candidare Hector Campora, il suo delegato, che vinse le elezioni. In realtà fu il frutto del lavoro diplomatico di Gelli, come ha dichiarato Lino Salvini, massima autorità del grande Oriente d’Italia alla Commissione Parlamentare. Campora, oltre a nominare Gelli console onorario a Firenze, decise un’amnistia in favore dei guerriglieri reclusi. Peron allora costrinse Campora a dimettersi. Successivamente gli omicidi compiuti da Montoneros del sindacalista Rucci, amico di Peron, e di padre Mujica, il parroco delle Villas che stava convincendo il gruppo ad abbandonare la lotta armata, misero Peron nelle mani di Lopez Rega, suo segretario, a sua volta membro della P2, che segretamente manovrava Montoneros.
Cosa accelerò il Golpe ?
L’enorme quantità di attentati sviluppati da Montoneros , che convinsero anche l’esercito che era giunto il momento di prendere il potere. La Loggia P2 cercò di portare avanti il progetto dell’ammiraglio della marina Massera, massimo esponente della P2 tra i militari. I responsabili dei Montoneros che stavano in Europa non fecero nulla per contrastare Massera che si dipingeva come difensore dei diritti umani. Tutti sapevano che era invece uno dei più crudeli repressori.
Secondo lei la P2 continuò la sua attività anche con il ritorno della democrazia ?
In Argentina, come in Francia, Italia e Uruguay, negli anni Novanta si susseguirono ispezioni che portarono alla chiusura della banca Bcci di Gaith Pharaon. Il Bcci finanziava operazioni poco trasparenti di alcune filiali della Banca Nazionale del Lavoro. È curioso notare che la storia argentina, fino alla fine del potere dei Kirchner, pare rispondere ai piani della P2. I Kirchner hanno isolato il Paese allontanando gli investimenti stranieri e lasciandolo alla mercè del narcotraffico, l’obiettivo finale della Loggia”.