Amministrative

Lega Nord, “Prima gli italiani” addio: a Bolzano adesso Salvini parla tedesco

Si vota il 21 ottobre - Il Carroccio punta ai due consiglieri che governano con Svp

Di Lorenzo Giarelli
7 Settembre 2018

Come si dice “Prima gli italiani” in tedesco? La domanda circola da un po’, chissà se con qualche imbarazzo, nelle segreterie della Lega in Alto Adige. Già, perché il partito di Matteo Salvini ha capito di avere di fronte un’occasione storica: alle prossime elezioni del 21 ottobre, la Lega potrebbe prendersi per la prima volta la provincia di Bolzano, anche se come spalla della solita Svp (Südtiroler Volkspartei, il partito che rappresenta la popolazione di lingua tedesca e ladina).

Per il Carroccio sarebbe un successo non da poco: a Bolzano Svp trionfa da sempre con percentuali bulgare, ma la legge elettorale – una variante del proporzionale – rende indispensabile l’appoggio alla maggioranza di un paio di consiglieri eletti coi partiti nazionale italiani. Finora questo sostegno era sempre arrivato da sinistra, per la gioia del Partito democratico – che sei mesi fa nel fortino di Bolzano ha paracadutato Maria Elena Boschi – e della Svp, ormai presenza fissa in Camera e Senato e al Parlamento Europeo.

Dal 4 marzo, però, il clima è cambiato e lo testimoniano anche alcuni manifesti comparsi sopra la sede locale della Lega, in cui il faccione di Salvini è stampato a fianco a scritte in lingua tedesca. “Suedtirol den Suedtirolern, l’Alto Adige ai sudtirolesi. Ma lo slogan della Lega di Salvini non era l’Italia agli Italiani?”, si è chiesto ironico Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Bolzano e della Regione Trentino Alto Adige con Fratelli d’Italia.

Ma la Lega bada al sodo: sa che i sondaggi sorridono ai verdi e che la Svp avrà buon gioco ad avere come interlocutore un partito che a Roma governa, piuttosto che un Pd ancora in attesa di ripartire dopo il tonfo alle elezioni. Certo, accordi formali con tra Salviniani e autonomisti non ce ne sono, come precisa il commissario locale del Carroccio Massimo Bessone, “anche perché il proporzionale consente ai partiti di trovare un’intesa a elezioni avvenute”. Per lo stesso motivo non si può escludere che, in caso di eventuale exploit del Pd, a Bolzano si torni all’antica alleanza di centrosinistra, dovendo comunque Svp comporre una maggioranza con altri partiti. Ma l’ipotesi più probabile resta quella di una svolta a destra e per questo nelle ultime settimane la Svp e gli esponenti della Lega si sono incontrati più volte, gettando le basi per l’accordo post-elettorale.

Un buon risultato della Lega a Bolzano, poi, avrebbe anche conseguenze sui numeri in Consiglio regionale. In Trentino Alto Adige non si vota infatti direttamente per la Regione: il Consiglio è formato dall’unione degli eletti della provincia di Bolzano con quelli eletti a Trento, che poi si scelgono un governatore mantenendo l’alternanza linguistica tra italiani e tedeschi. A Trento però, dove si voterà lo stesso giorno, il quadro è del tutto diverso: la Lega guida il centrodestra unito e, visto il sistema maggioritario, sostiene Maurizio Fugatti come candidato presidente.

Un equilibrio impossibile da tenere a Bolzano, dove Fdi e Forza Italia troppo spesso si sono scontrate con Svp e con le sue velleità autonomiste, compromettendo ogni possibile accordo dopo il voto. Senza gli alleati, la Lega ha briglie sciolte: il patto con la Svp è il miglior modo per far crollare l’ennesima roccaforte rossa.

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