Era nell’aria, la voce tra gli addetti ai lavori circolava da giorni e se ne è avuta praticamente la certezza sabato direttamente dalle parole dell’interessato che respingeva ogni accusa: “Mai e poi mai, nella mia vita, ho avuti rapporti non consenzienti e condivisi”.
Ma la portata delle accuse al regista Fausto Brizzi, raccolte da Le Iene e andate in onda ieri sera, andrebbe ben oltre la molestia. In un caso almeno – se è vero il racconto di una delle dieci attrici che hanno accettato di fare nome e cognome – gli estremi dello stupro ci sarebbero eccome: “Indossavo pantaloni stretti – racconta fra lacrime e singhiozzi – e la mutanda è scesa con loro. Mi sono detta, oddio ma che sta facendo, lui era ingestibile… Cercavo di spostarlo con la spalla ma niente, continuava a tenermi con la mano stretta sul collo… è successo tutto in un attimo… Poi mi ha penetrata, ero immobilizzata, non capivo più niente. Poi la scena è finita. L’ho guardato in faccia e gli ho detto: Divertito? Ho preso e me ne sono andata. Sono stata stupida – e qui il pianto è a dirotto – me la sono cercata, una ragazza normale se ne sarebbe fregata di tutto questo, quindi è colpa mia. Tutte quelle ragazze che pur di apparire fanno le troie… ma io non sono così”.
Soltanto una delle dieci intervistate ammette la violenza sessuale fino alla penetrazione, ma tutte le altre raccontano di aver subito tentativi anche violenti di molestia: “Ce l’aveva in mano, io ero nuda, ha cercato con la forza di aprirmi le gambe”. In un paio di casi il regista sarebbe rimasto completamente nudo e si sarebbe masturbato davanti alle ragazze.
Il copione, stando ai dieci racconti, era sempre lo stesso. Fausto Brizzi invitava nella sua casa-studio (le descrizioni dell’arredamento corrispondono tutte) le ragazze per i “provini”. A volte Brizzi avrebbe tentato l’approccio con la tecnica del massaggio rilassante, altre – più spesso – chiedendo alle ospiti di improvvisare delle scene “d’amore” per poi approfittarne: “‘Voleva una scena erotica e sentimentale: ‘Sempre recitata?’ gli ho chiesto – racconta una ragazza – ‘No’, ha risposto, ‘Se il regista è realista ha bisogno della vera scena di sesso’. Un attimo dopo era completamente nudo”.
Una scena che raccontano in molte. Come i baci, le mani nelle mutande, i tentativi di farsi masturbare e simili. “Mi ha spogliata, mi ha spinta sul letto, è diventato un mostro, gli occhi rossi, le vene del collo gonfie…”.
Non mancano tuttavia le ragazze che hanno avuto la forza – e il coraggio – di prendere ed andarsene, non prima però di aver subito pesanti tentativi di molestia. Quelle che hanno avuto meno forza, purtroppo, non solo si portano dentro il trauma e l’umiliazione (“Non riuscivo più a guidare, mi sentivo stuprata, ero sconvolta, piangevo come una bambina, mi sentivo una puttana. Fin quando non lo vivi non lo puoi capire”), ma anche l’amarezza di non aver avuto il coraggio di denunciare subito: “L’ho raccontato a mia madre – ricorda una di loro –. Lei è andata su tutte le furie, mi ha chiesto cosa avremmo potuto fare. Le ho risposto che non avremmo avuto la forza, anche economica, di sostenere un processo”. Un’altra ricorda di averne parlato con alcuni “addetti ai lavori”: “Mi hanno consigliato di tacere”.
Le Iene, come dimostra il servizio di Dino Giarrusso, hanno tentato ripetutamente di contattare il regista, sia la telefono che nella casa studio. Invano. Ed è una storia che potrebbe essere soltanto all’inizio: “Stiamo ricevendo decine e decine di segnalazioni – rivela Giarrusso – in molte si fa il nome di Brizzi, ma i molestatori nel mondo del cinema sono molti di più”. Appuntamento alle prossime puntate.