Interverrà sul decreto sulle intercettazioni. Riscriverà il decreto attuativo della riforma penitenziaria, “perché mina la certezza della pena”. E sulla riforma della prescrizione promette che “si farà”. In pillole, i primi obiettivi del neo-ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Uno dei maggiorenti dei Cinque Stelle, dimaiano di ferro. L’avvocato che ha portato nel Movimento un collega, l’attuale premier Giuseppe Conte.
Bonafede, il Guardasigilli a 5Stelle. Bel peso, no?
Appena arrivato in ministero venerdì ho voluto incontrate tutti i dipendenti, per far capire che ci deve essere un nuovo rapporto tra la politica e chi lavora nell’amministrazione.
Qual è la prima cosa da fare?
La prima urgenza che mi sono ritrovato è quella di Bari, dove le udienze del tribunale penale si tengono nelle tende (per il crollo della sede del tribunale e della procura, ndr). Domani (oggi, ndr) sarò in città per ascoltare tutti e far sentire ai cittadini e agli operatori la vicinanza dello Stato. Mentre in giro qualcuno blatera di giustizialismo, io mi occupo dei tribunali.
Di cosa parla?
Nel dibattito sulla fiducia i partiti ci hanno solo accusato di giustizialismo, senza entrare nel merito delle nostre proposte di governo.
E allora entriamoci nel merito. L’Associazione nazionale magistrati le chiede di fermare l’entrata in vigore del decreto sulle intercettazioni, fissata per il 21 luglio, “perché mancano le strutture”. Ed è contraria alla forma, proprio come Lega e M5S. Cosa farà?
Noi come 5Stelle, e anche la Lega, siamo stati critici rispetto al decreto, perché porre come unico filtro alla raccolta delle informazioni la polizia giudiziaria crea una lacuna, che non tutela nè gli indagati nè gli inquirenti. Di fatto, quel decreto non piace a nessuno degli operatori del diritto. E poi manca la strumentazione, come le sale d’ascolto.
Quindi cosa farà?
Sicuramente interverremo nei prossimi giorni.
Rinvierete l’entrata in vigore del testo?
Valuteremo come intervenire. E di sicuro mi confronterò sul tema con i gruppi parlamentari. Lo farò su tutte le grandi questioni, almeno con i capigruppo.
Non pensa che si sia anche abusato dell’uso delle intercettazioni in questi anni? C’è gente che ne è uscita devastata.
Una regolamentazione più chiara può essere utile. Ma questo non può mai comprimere la libera informazione.
Un altro nodo è il decreto attuativo della riforma penitenziaria, che estende le misure alternative al carcere.
Quel provvedimento mina alla base il principio della certezza della pena. Interverremo sicuramente. Ma dobbiamo capire se si può riscrivere il decreto attuativo, non incorrendo nell’eccesso di delega, oppure se sarà necessaria rifare l’intera legge delega.
Che punti toccherebbe?
Innanzitutto, l’allargamento della platea con l’estensione della sospensione della pena ai condannati fino a 4 anni di carcere (ora ne possono beneficiare i condannati fino a 3 anni, ndr).
Allargare l’applicazione delle misure alternative è una misura di civiltà, nonché un modo per decongestionare le carceri, non crede?
Sono solo interventi deflattivi. Servono provvedimenti strutturali.
Ne costruirete di nuove, promette il contratto. Quante e con quali soldi?
La priorità sarà ristrutturare gli istituti attuali, che spesso hanno settori chiusi per assenza di manutenzione. E faremo presto delle stime dei costi. Ma questo non è fatto in ottica punitiva. Vogliamo garantire l’umanità della pena, e crediamo nella sua funzione rieducativa, che per noi passa innanzitutto attraverso il lavoro in carcere.
Parliamo di prescrizione. Voi la vorreste far partire dal rinvio a giudizio, ma la Lega ha moltissimi dubbi.
Nel contratto di governo prevediamo di riformarla.
Sarà un nodo enorme.
L’abbiamo messa nel contratto. Quindi c’è la volontà comune di lavorarci.
Lei si lamentava delle accuse di giustizialismo. Ma voler cancellare la proporzionalità tra offesa e reazione nella legittima difesa scatenerà un Far West.
Nessun Far West. Ma nell’attuale legge ci sono zone d’ombra che costringono molti cittadini che si sono difesi a essere sottoposti a tre gradi di giudizio. Vanno cancellate.
È vero che chiamerà i magistrati Nino Di Matteo e Piercamillo Davigo a collaborare con lei
È prematuro parlare di nomi, devo costruire la squadra.
Ma delle correnti nella magistratura cosa ne pensa?
Penso che l’associazionismo sia un bene, ma che le distorsioni del correntismo vadano combattute. E lo dico da avvocato che conosce le aule di giustizia.
Oggi Conte ha attaccato l’Anac, parlando di risultati deludenti. Condivide?
A mio avviso voleva solo dire che servono norme più chiare per facilitarne il lavoro.
Lei è soddisfatto del lavoro dell’Anac?
Assolutamente sì.