Roma, 8 gen. (Adnkronos) - Donald Trump, Joe Biden e ancora Donald Trump, ma al Quirinale sempre Sergio Mattarella, che sabato prossimo alle 13 riceverà il Presidente uscente degli Stati Uniti in visita di commiato. Un'occasione per ribadire che "l’Italia ha rapporti di amicizia e vicinanza tradizionali con Washington, maturati all’indomani della Seconda guerra mondiale con il generoso contributo alla ricostruzione offerto con il Piano Marshall e con il sostegno alla nostra democrazia, consolidatosi nell’Alleanza atlantica e in altri numerosi contesti delle organizzazioni internazionali".
Una linea che il Presidente della Repubblica ha sempre ribadito, a prescindere da chi fosse l'inquilino della Casa Bianca, perché, come affermò l'estate scorsa in occasione della cerimonia del Ventaglio, "rimango sorpreso quando si dà notizia o si presume che vi possano essere posizionamenti a seconda di questo o quell’esito elettorale, come se la loro indubbia importanza dovesse condizionare anche le nostre scelte". Senza però mai dimenticare, come sottolineò sempre Mattarella nel 2019 dopo l'incontro con Trump a Washington, quanto “dicevano i latini: ‘Amicus Plato, sed magis amica veritas’, più importante del mio amico è la verità”.
I prossimi mesi diranno come dal Quirinale verrà declinato concretamente questo orientamento, nel frattempo è il momento dei saluti con Biden, al quale verrà ribadito "il ringraziamento per l'apprezzato servizio e per la sua leadership", che il Capo dello Stato espresse sempre l'estate scorsa nelle giornate in cui il Presidente uscente degli Stati Uniti decideva di non ricandidarsi.
Per lui si tratterà della seconda visita al Quirinale, dopo quella del 29 ottobre del 2021 quando si trovava a Roma per il G20 presieduto dall'Italia. Si era nella fase finale della pandemia da Covid e in quella circostanza i due Presidenti si trovarono d'accordo nel sottolineare la necessità di garantire i vaccini ai Paesi più fragili. Una questione introdotta dal Capo dello Stato italiano e condivisa da quello statunitense, che evidenziò “l’ottimo lavoro" fatto dall’Italia sui vaccini. Non mancò il riferimento alla necessità di fare tesoro di quella esperienza di collaborazione internazionale realizzatasi con il Covid, in previsione di futuri possibili nuovi episodi di pandemia.
Un esempio citato più volte da Mattarella insieme alle tante emergenze mondiali da affrontare e risolvere attraverso la cooperazione e un rinnovato multilateralismo. A partire dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, entrati prepotentemente nell'agenda proprio pochi mesi dopo quell'incontro al Quirinale, con Italia e Stati Uniti impegnati nel supporto a Kiev e negli sforzi per la ricerca di una pace giusta e per la stabilizzazione delle varie aree di crisi.
Un contesto rispetto al quale Biden e Mattarella negli ultimi quattro anni si sono trovati d'accordo nel sottolineare la validità delle tradizionali alleanze, a partire da quella Atlantica, da declinare però in modo nuovo tenendo conto del mutato quadro geopolitico, con un Europa chiamata, come ripetuto più volte dal Capo dello Stato italiano, a dotarsi “degli strumenti di politica estera e difesa comune, naturalmente in collaborazione e con complementarietà con la Nato”.