Roma, 10 apr. (Adnkronos Salute) - "Mi piace portare la testimonianza di un'azienda italiana che ha contribuito a quel 20% di approvazione a livello europeo di un nuovo farmaco per una patologia ultra rara", la cheratite da Acanthamoeba "che ha ovviamente, in quanto rara, delle problematiche di diagnosi non corretta e, quindi, una gestione del paziente con terapie non appropriate, prima di avere una diagnosi corretta. È anche legata alla disponibilità di conoscenze, di strumentazione adeguata e soprattutto ad una gestione che molto spesso comporta un dispendio di risorse". Lo ha detto Fabrizio Chines, presidente e amministratore delegato Sifi, nel suo intervento oggi a Roma all'evento 'Salute e sanità, il doppio binario' al Palazzo dell'Informazione Adnkronos.
"In Germania, per questa patologia", che si manifesta spesso in giovani perché è un’infezione che si sviluppa a causa di un uso inappropriato delle lenti a contatto, "il paziente viene ospedalizzato per 7 giorni e ha un dosaggio di 3 diversi ingredienti off-label ogni ora per 24 ore - spiega Chines - I pazienti", che già soffrono perché la patologia ha una componente dolorosa molto improntate, "non dormono, peggiorando ulteriormente la loro qualità della vita. Grazie all'investimento effettuato, allo sviluppo del farmaco e alla standardizzazione del protocollo, abbiamo potuto far ritornare questi pazienti a una vita più normale, senza ospedale, con minori somministrazioni e alleviando notevolmente l’impatto della patologia. Si tratta di una terapia acuta, la cui efficacia è dimostrata dall'approvazione da parte di Ema, l’Agenzia europea dei medicinali".
Inoltre "abbiamo realizzato una companion app - aggiunge Chines - che consente, non soltanto, al paziente, di migliorare l'aderenza alla terapia, data la necessità di rispettare un protocollo standardizzato attraverso le evidenze cliniche generate durante lo sviluppo del farmaco stesso, ma anche al medico di verificare effettivamente l'aderenza alla terapia. L'aspetto molto importante per il paziente, però, è quello di poter avere accesso a delle informazioni che invece richiederebbero molta più interazione con il medico, sempre e comunque un elemento fondamentale, anche ai fini del terapia". L’app aiuta anche nella "gestione del dolore, che è un elemento molto importante, e garantisce un'aderenza alla terapia, quindi efficacia del trattamento, migliorando la qualità di vita del paziente che può ritornare alle attività quotidiane, nonché quelle lavorative che, prima della disponibilità di questo nuovo farmaco, non erano possibili" conclude.
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