Roma, 25 nov. (Adnkronos) - Enrico Borghi, capogruppo Iv al Senato, sospende il giudizio al momento sul nuovo M5S nato dalla Costituente. "Vedo ancora possibili strascichi interni, ma è chiaro che il Movimento di Grillo e Casaleggio è al capolinea e avanza il partito di Conte". Un possibile compagno di strada? Iv non mette veti. Quanto a quelli degli altri -5 Stelle e Avs- il presidente dei senatori renziani li definisce "rumore di fondo". Ed è a Elly Schlein che spetta la sintesi. "Con il centro riformista è possibile archiviare la stagione meloniana, si parta da qui", dice Borghi interpellato dall'Adnkronos.
Presidente Borghi, come valuta gli esiti della Costituente M5S? "Sospenderei il giudizio politico finale in attesa dell'evoluzione completa della loro discussione interna. Mi pare che siano ancora impegnati in una discussione molto profonda, con possibili strascichi. Anche se appare chiaro che il Movimento 5 stelle pensato e voluto da Casaleggio e Grillo è al capolinea, e al suo posto avanza il partito di Giuseppe Conte".
Conte e Avs confermano che, per loro, Iv è fuori dal perimetro dell'alleanza di centrosinistra. Come risponde? "Nella storia della sinistra italiana c'è da sempre una componente che non vuole farsi carico del governo, ma che si crogiola nell'enunciazione di un rivoluzionarismo verbale cui non corrisponde mai l'assunzione delle responsabilità. Ogni volta che si affaccia sulla scena un riformista che è in grado di far vincere alla sinistra la sfida della modernità del governo, viene vissuto da costoro come il nemico pubblico. Perché è più facile e più comodo raccontare di puntare al programma massimo, salvo rimanere all'opposizione perché non si vuole fare la fatica della sintesi".
"E' un film che abbiamo già visto -prosegue Borghi-, e che ha caratterizzato tutta la Seconda Repubblica a sinistra, coi risultati noti. Vince Prodi, e lo si manda a casa due volte. Si candida Veltroni, e lo si impiomba. Vince Renzi, e lo si sabota. Peraltro, una coalizione imperniata esclusivamente sulla riedizione aggiornata della foto di Vasto con Schlein, Fratoianni e Conte a prendere il posto di Bersani, Vendola e Di Pietro continuerebbe ad avere lo stesso limite: non parlare all'elettorato di centro e riformista, che chiede pragmatismo e modernizzazione e non ideologismo. Noi abbiamo accettato un dialogo perchè lo ha proposto il Pd, e lo ha confermato anche in questi giorni. E a quello ci atteniamo. Il resto è rumore di fondo".
Spetta a Elly Schlein tenere tutti dentro? "E' evidente! Nessuno può disconoscere che, anche alla luce delle elezioni regionali, al Pd e quindi alla sua leadership spetti il compito del raccordo e della sintesi della coalizione. Che deve basarsi su alcuni, ma essenziali, principi di fondo. Il primo: pari dignità di tutte le forze politiche che la compongono. Il secondo: programma condiviso come elemento di vincolo e di raccordo tra tutti. Il terzo: puntare sulle ragioni che uniscono, anzichè sui motivi di diversità. Il centro riformista può portare alla coalizione quel 'quid' in termini sia di consensi che di qualità politica tale da rendere il nuovo centrosinistra competitivo su tutto il territorio nazionale. Se si vuole archiviare la stagione della destra meloniana, si deve partire da qui".
Superato il limite dei due mandati, ora Fico potrebbe candidarsi. Iv in Campania sarà con De Luca, se si ricandiderà, o è pronta a valutare una candidatura della coalizione come potrebbe essere quella di Fico? "Il futuro della Campania va deciso a Napoli, non a Roma. E comunque ancora non ho capito il motivo per il quale a De Luca dovrebbe essere precluso quello che è stato possibile per Errani, Formigoni e Zaia. In generale, ogni volta che a sinistra si mette in campo la logica dei due pesi e delle due misure, condita di una presunta superiorità etica, non finisce bene. Possibile che la lezione della Liguria non sia stata ancora appresa?".