Chi è “Fofò”?
Il Presidente della Corte di Appello di Milano Alfonso Marra.
Lo so, sembra impossibile che il più importante e potente magistrato dell’intero distretto della Corte di Appello di Milano abbia un nomignolo come quello. Ma la realtà è questa.
Ancora più strano è chi lo chiama così.
Non la moglie, non le adorate nipotine, né gli amici del cuore.
Ma un tipo (il geom. Antonio Lombardi) che in questi giorni è in galera perché accusato di far parte di una associazione segreta intenta a interferire sull’amministrazione della giustizia fino al C.S.M. e alla Corte Costituzionale.
E perché “Fofò” si sentiva al telefono con Lombardi?
Perché “Fofò”, che allora era Presidente della Corte di Appello di Brescia, voleva diventare Presidente della Corte di Appello di Milano e, per riuscirci, ha ritenuto ragionevole “tramare” con Lombardi, pressandolo perché a sua volta lo raccomandasse prima e pressasse poi i Consiglieri del C.S.M., ivi compresi il Vicepresidente dello stesso C.S.M. e il Primo Presidente della Corte di Cassazione.
Il tenore delle conversazioni e il livello delle discussioni fra “Fofò” e Lombardi può trarsi dalla trascrizione di una delle telefonate, che Il Fatto Quotidiano ha pubblicato a questo link.
Il tipo di “entrature” del Lombardi al C.S.M. e il grado di “indipendenza” del C.S.M. si possono trarre da un altro articolo de Il Fatto Quotidiano a questo link.
Un’idea abbastanza chiara su “Fofò” Marra ce la si può fare ascoltando la sua viva voce in una intervista fattagli da Antonella Mascali che è a questo link (ascoltate questa intervista, è davvero preziosa e illuminante).
A questo link e a quest’altro i rapporti di Lombardi con il Vicepresidente del C.S.M. Mancino e il coinvolgimento del Lombardi nelle nomine di altri importanti magistrati.
E la domanda rimasta senza risposta è: ma a che titolo Mancino, Tinelli e altri accettano che un Lombardi qualunque eserciti – foss’anche senza successo – pressioni su di loro con riferimento alla nomina di magistrati ai vertici di importanti uffici giudiziari?
E che senso ha, cosa significa la frase di Mancino: «Gli ultimi avvenimenti relativi all’inchiesta sull’associazione segreta Loggia P3 gettano un cono d’ombra, ma non credo che possano incidere sulla sostanza dell’attività che abbiamo svolto al Csm»?
Che cos’è concretamente “un cono d’ombra che non incide sulla sostanza dell’attività”?
Comunque sia, quando si scopre come “Fofò” ha ottenuto la sua poltrona e che rapporti avesse con chi, come si suol dire … è scoppiato lo scandalo!
E tutti – anche le persone con più esperienza di cose della “giustizia” e meno ingenue – hanno pensato: “Adesso questi se ne vanno a casa”.
E nelle prime ore dello scandalo – prima che “i padroni” entrassero in azione – c’è stato un certo sconcerto anche al C.S.M.. Così che, nella confusione generale, qualcuno ha chiesto è ottenuto che si aprisse una pratica ex art. 2 della legge sulle guarentigie per dichiarare “Fofò” incompatibile con la sua poltrona e trasferirlo.
I giornali, allora, anche i più attenti, hanno titolato: “Marra trasferito”.
Alcuni titoli del genere ai link seguenti: SkyTG24, La Repubblica, RaiNews24, Avvenire.
Ma i titoli erano sbagliati.
Come ho scritto nel mio precedente post («Il marcio de “La Magistratura”»), il C.S.M. ha solo aperto una pratica ex art. 2 della Legge sulle Guarentigie (R.D.L.vo 511/1946).
E ho aggiunto: “Se conosco bene questi meccanismi (e purtroppo li conosco bene), tendenzialmente accadrà quanto segue:
– questo C.S.M. ha aperto la pratica, ma non la tratterà, perché scade il 31 luglio (e, d’altra parte, come avrebbe potuto trattarla, se, il Consigliere Tinelli, finita anche lei sui giornali in questi giorni, si difende dicendo che Lombardi al C.S.M. era di casa?);
– il nuovo C.S.M. si occuperà della cosa non prima di ottobre e allora altri scandali occuperanno le pagine dei giornali e nessuno si ricorderà di Marra;
– quando la pratica verrà trattata, si osserverà che non si può utilizzare la procedura ex art. 2 della Legge sulle Guarentigie per fatti colpevoli;
– qualcuno ricorderà che con Clementina Forleo l’hanno usata illegittimamente (tanto che il TAR ha annullato il trasferimento) e loro diranno: “Con la Forleo abbiamo sbagliato, ora non possiamo sbagliare ancora”;
– qualcuno allora dirà “Bene, allora fategli il processo disciplinare”, ma poiché Palamara e Cascini non invocheranno la stessa tempestiva mannaia calata su Apicella, Nuzzi e Verasani, limitandosi a chiedere con umile cortesia le dimissioni spontanee di non si sa chi (perché nessun nome viene neppure fatto), la cosa andrà avanti per le lunghe e Marra farà in tempo a maturare il limite massimo di età pensionabile”.
Pensavo, comunque, che questa procedura, diciamo meglio la battaglia per lasciare “Fofò” al suo posto, per “salvare il soldato Fofò” sarebbe stata, comunque, portata avanti con prudenza, lentamente, lasciando passare un po’ di tempo, facendo in modo che non si notasse troppo, aspettando che la gente si scordasse i fatti.
E invece anche io sono stato ingenuo.
Il livello delle nostre istituzioni è tale che soldati come “Fofò” non vengono lasciati esposti al rischio di sanzioni neppure per poche ore.
E così dai massimi vertici dello Stato sono arrivati i soccorsi.
Il Presidente del Consiglio ha detto che l’inchiesta sulla c.d. P3 è solo una montatura.
Il Ministro Alfano ha ammonito tutti, raccomandando di «evitare una caccia alle streghe».
Il Presidente della Repubblica è intervenuto esigendo il rinvio della trattazione della pratica e prescrivendo che, quando la si tratterà (se la si tratterà), lo si faccia in termini assolutamente «generali [e, dunque, del tutto e inutilmente generici] e propositivi [??!!]», «senza gettare ombre …» e «senza interferire con le indagini».
La notizia a questo link. E a questo link il commento di Paolo Flores D’Arcais che titola “Il Presidente Napolitano ha messo il bavaglio al C.S.M.”.
Ma non è bastato, perché chissà cosa poteva ancora capitare a “Fofò”.
Né “Fofò” poteva aspettare ottobre con l’ansia di non sapere come andava a finire.
Così che la Procura Generale della Cassazione ha avviato un processo disciplinare.
E subito, come avevo previsto, si è detto: “Alt!! Stop!! Ma se c’è il processo disciplinare la procedura di incompatibilità si deve fermare”.
Ma non basta!
Perché la Procura Generale della Cassazione NON ha chiesto per “Fofò” alcuna misura cautelare.
Il risultato è nella agenzia di stampa che si può leggere a questo link.
Riporto qui sotto il testo integrale della agenzia (1). Il titolo dice tutto: «P3/ Atti Csm a pg Cassazione, STOP a trasferimento Marra».
In sostanza, “Fofò” resta saldamente al suo posto. E noi ci teniamo a presiedere la Corte di Appello di Milano (mica la bocciofila di Poggiofiorito) una persona nella imbarazzante situazione di “Fofò”.
“Fofò” è nato il 20.11.1938. E’ già ampiamente in età da pensione. Ma raggiungerà il limite massimo di età e sarà costretto alla pensione il 20.11.2013.
Dunque, a meno che il Governo non aumenti – come proposto per il Presidente della Cassazione Carbone, proprio su sollecitazione di Lombardi – il limite massimo di età dei magistrati, Milano tornerà ad avere un Presidente di Corte di Appello con un nomignolo più adeguato solo alla fine del 2013.
Perché sia chiaro chi fa cosa e perché, dovete sapere che le stesse Autorità che stanno gestendo il “caso Marra” hanno gestito poco più di un anno fa il caso “Salerno/Catanzaro”.
Quel caso nacque quando due pubblici ministeri di Salerno, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, si misero a indagare su fatti di malaffare proprio uguali uguali a quelli che hanno portato in galera in questi giorni Lombardi, Carboni & Co..
Subito il potere “insorse”.
Contro il malaffare?
Ma no!!! Contro Nuzzi e Verasani. E contro il Procuratore Capo Apicella, reo di avere permesso a Nuzzi e Verasani di adottare un decreto di perquisizione e sequestro poi ritenuto del tutto legittimo e confermato dal competente Tribunale del riesame.
E cosa ha fatto il potere nella vicenda “Salerno/Catanzaro”?
Il Presidente della Repubblica è intervenuto subito. Quella volta non per chiedere rinvii, ma interventi tempestivi.
I vertici dell’A.N.M. – il Presidente Luca Palamara e il Segretario Giuseppe Cascini – hanno pregato da tutte le testate giornalistiche il Ministro di intervenire al più presto.
Il Ministro Alfano è subito intervenuto, mandando Arcibaldo Miller, detto “Arci”, a inquisire i magistrati “buoni”. Si, proprio “Arci”. Lo stesso “Arci” che andava a cena a casa di Verdini con Dell’Utri, Caliendo & Co.. Ma non a parlare di cose “cattive”, ma della sua possibile candidatura (sua dello stesso “Arci”) a Presidente della Regione Campania (la notizia a questo link).
Quando si dice l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto: Arcibaldo Miller, detto “Arci”. Ovviamente, ancora saldamente anche lui al suo posto. Per evitare “cacce alle streghe”.
La Procura Generale ha avviato un procedimento.
Ma per Apicella, Nuzzi e Verasani è stata chiesta una misura cautelare.
E il C.S.M.?
Rapido e infallibile.
Nessun rinvio.
In pochi giorni il Procuratore Apicella è stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani sono stati cacciati dal loro ufficio.
Le loro indagini si sono fermate.
Perché siano stati cacciati non è chiarissimo. L’accusa più grave: la motivazione del decreto di sequestro troppo lunga !!!???
Chi volesse approfondire l’argomento troverà materiale di studio (79 articoli ) a questo link.
E ancora prima dei colleghi di Salerno, già Luigi De Magistris e Clementina Forleo erano stati trasferiti con provvedimenti velocissimi e di dubbia legittimità. Il trasferimento di Clementina, anzi, certamente illegale, come accertato e dichiarato dal T.A.R. competente.
Concludo e mi scuso per la lunghezza di questo scritto (ma credo che i fatti complessi abbiano bisogno di ricostruzioni complesse).
Luigi De Magistris, Clementina Forleo, Luigi Apicella, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani non sono più ai loro posti.
Sono stati cacciati grazie anche all’intervento del Presidente della Repubblica, del Ministro della Giustizia, della Procura Generale della Cassazione, dei vertici dell’Associazione Nazionale Magistrati.
“Fofò” e “Arci” (ma anche Caliendo e Marconi) sono saldamente ai loro posti e ci resteranno.
Grazie anche all’intervento del Presidente della Repubblica, del Ministro della Giustizia, della Procura Generale della Cassazione e – questa volta omissivamente – dei vertici dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Quali conseguenze dobbiamo trarre da tutto questo sembra inutile dirlo. E comunque è troppo doloroso.
Sembra, comunque, che si possa confermare quanto ho già scritto qualche giorno fa: c’è molto marcio dentro “La Magistratura” e un’operazione trasparenza non è mai neppure cominciata. Forse bisogna aggiungere: e c’è chi è attivamente impegnato perché non cominci mai.
In ogni caso, “La Magistratura” caccia tipi come De Magistris, Forleo, Apicella, Nuzzi e Verasani (che indagavano nei confronti dei ptreisti) e si tiene tipi come “Fofò”, “Arci” & Co. (che con i pitreisti ci vanno bellamente a cena).
_____________
(1) P3/ Atti Csm a pg Cassazione, stop a trasferimento Marra
Roma, 21 lug. (Apcom) – L’avvio dell’azione disciplinare a carico del presidente della Corte d’appello di Milano, Alfonso Marra, farà venir meno il potere della Prima Commissione del Csm sul caso e porterà al blocco della procedura di trasferimento d’ufficio del magistrato. La Commissione di Palazzo Marescialli, alla fine, dovrà quindi trasmettere – è la spiegazione fornita a Palazzo dei Marescialli – i propri atti al pg della Cassazione: ciò significa che l’audizione di Marra, prevista per lunedì mattina, resta convocata, ma secondo i consiglieri il magistrato non si presenterà. Inoltre, svariati componenti della Commissione sono “amareggiati” dal fatto che, non avendo il pg della Cassazione chiesto alcuna misura cautelare a carico di Marra e con i tempi previsti dall’iter disciplinare, potranno essere necessari anche anni per arrivare a una soluzione della vicenda. Anni durante i quali, fanno notare a Palazzo Marescialli, Marra resterà al suo posto: essendo il magistrato nato nel 1938 e quindi prossimo alla pensione (mancano 3 anni), è il ragionamento a Palazzo Marescialli, potrebbe addirittura restare ai vertici della Corte d’appello di Milano fino a fine carriera. Nonostante questo ‘congelamento’, comunque, l’indagine della Prima Commissione del Csm continuerà e si allargherà anche agli altri magistrati coinvolti nell’inchiesta P3, per i quali al momento non è stato avviato alcun procedimento disciplinare.
Felice Lima
Magistrato
Giustizia & Impunità - 22 Luglio 2010
Salvate il soldato “Fofò”
Chi è “Fofò”?
Il Presidente della Corte di Appello di Milano Alfonso Marra.
Lo so, sembra impossibile che il più importante e potente magistrato dell’intero distretto della Corte di Appello di Milano abbia un nomignolo come quello. Ma la realtà è questa.
Ancora più strano è chi lo chiama così.
Non la moglie, non le adorate nipotine, né gli amici del cuore.
Ma un tipo (il geom. Antonio Lombardi) che in questi giorni è in galera perché accusato di far parte di una associazione segreta intenta a interferire sull’amministrazione della giustizia fino al C.S.M. e alla Corte Costituzionale.
E perché “Fofò” si sentiva al telefono con Lombardi?
Perché “Fofò”, che allora era Presidente della Corte di Appello di Brescia, voleva diventare Presidente della Corte di Appello di Milano e, per riuscirci, ha ritenuto ragionevole “tramare” con Lombardi, pressandolo perché a sua volta lo raccomandasse prima e pressasse poi i Consiglieri del C.S.M., ivi compresi il Vicepresidente dello stesso C.S.M. e il Primo Presidente della Corte di Cassazione.
Il tenore delle conversazioni e il livello delle discussioni fra “Fofò” e Lombardi può trarsi dalla trascrizione di una delle telefonate, che Il Fatto Quotidiano ha pubblicato a questo link.
Il tipo di “entrature” del Lombardi al C.S.M. e il grado di “indipendenza” del C.S.M. si possono trarre da un altro articolo de Il Fatto Quotidiano a questo link.
Un’idea abbastanza chiara su “Fofò” Marra ce la si può fare ascoltando la sua viva voce in una intervista fattagli da Antonella Mascali che è a questo link (ascoltate questa intervista, è davvero preziosa e illuminante).
A questo link e a quest’altro i rapporti di Lombardi con il Vicepresidente del C.S.M. Mancino e il coinvolgimento del Lombardi nelle nomine di altri importanti magistrati.
E la domanda rimasta senza risposta è: ma a che titolo Mancino, Tinelli e altri accettano che un Lombardi qualunque eserciti – foss’anche senza successo – pressioni su di loro con riferimento alla nomina di magistrati ai vertici di importanti uffici giudiziari?
E che senso ha, cosa significa la frase di Mancino: «Gli ultimi avvenimenti relativi all’inchiesta sull’associazione segreta Loggia P3 gettano un cono d’ombra, ma non credo che possano incidere sulla sostanza dell’attività che abbiamo svolto al Csm»?
Che cos’è concretamente “un cono d’ombra che non incide sulla sostanza dell’attività”?
Comunque sia, quando si scopre come “Fofò” ha ottenuto la sua poltrona e che rapporti avesse con chi, come si suol dire … è scoppiato lo scandalo!
E tutti – anche le persone con più esperienza di cose della “giustizia” e meno ingenue – hanno pensato: “Adesso questi se ne vanno a casa”.
E nelle prime ore dello scandalo – prima che “i padroni” entrassero in azione – c’è stato un certo sconcerto anche al C.S.M.. Così che, nella confusione generale, qualcuno ha chiesto è ottenuto che si aprisse una pratica ex art. 2 della legge sulle guarentigie per dichiarare “Fofò” incompatibile con la sua poltrona e trasferirlo.
I giornali, allora, anche i più attenti, hanno titolato: “Marra trasferito”.
Alcuni titoli del genere ai link seguenti: SkyTG24, La Repubblica, RaiNews24, Avvenire.
Ma i titoli erano sbagliati.
Come ho scritto nel mio precedente post («Il marcio de “La Magistratura”»), il C.S.M. ha solo aperto una pratica ex art. 2 della Legge sulle Guarentigie (R.D.L.vo 511/1946).
E ho aggiunto: “Se conosco bene questi meccanismi (e purtroppo li conosco bene), tendenzialmente accadrà quanto segue:
– questo C.S.M. ha aperto la pratica, ma non la tratterà, perché scade il 31 luglio (e, d’altra parte, come avrebbe potuto trattarla, se, il Consigliere Tinelli, finita anche lei sui giornali in questi giorni, si difende dicendo che Lombardi al C.S.M. era di casa?);
– il nuovo C.S.M. si occuperà della cosa non prima di ottobre e allora altri scandali occuperanno le pagine dei giornali e nessuno si ricorderà di Marra;
– quando la pratica verrà trattata, si osserverà che non si può utilizzare la procedura ex art. 2 della Legge sulle Guarentigie per fatti colpevoli;
– qualcuno ricorderà che con Clementina Forleo l’hanno usata illegittimamente (tanto che il TAR ha annullato il trasferimento) e loro diranno: “Con la Forleo abbiamo sbagliato, ora non possiamo sbagliare ancora”;
– qualcuno allora dirà “Bene, allora fategli il processo disciplinare”, ma poiché Palamara e Cascini non invocheranno la stessa tempestiva mannaia calata su Apicella, Nuzzi e Verasani, limitandosi a chiedere con umile cortesia le dimissioni spontanee di non si sa chi (perché nessun nome viene neppure fatto), la cosa andrà avanti per le lunghe e Marra farà in tempo a maturare il limite massimo di età pensionabile”.
Pensavo, comunque, che questa procedura, diciamo meglio la battaglia per lasciare “Fofò” al suo posto, per “salvare il soldato Fofò” sarebbe stata, comunque, portata avanti con prudenza, lentamente, lasciando passare un po’ di tempo, facendo in modo che non si notasse troppo, aspettando che la gente si scordasse i fatti.
E invece anche io sono stato ingenuo.
Il livello delle nostre istituzioni è tale che soldati come “Fofò” non vengono lasciati esposti al rischio di sanzioni neppure per poche ore.
E così dai massimi vertici dello Stato sono arrivati i soccorsi.
Il Presidente del Consiglio ha detto che l’inchiesta sulla c.d. P3 è solo una montatura.
Il Ministro Alfano ha ammonito tutti, raccomandando di «evitare una caccia alle streghe».
Il Presidente della Repubblica è intervenuto esigendo il rinvio della trattazione della pratica e prescrivendo che, quando la si tratterà (se la si tratterà), lo si faccia in termini assolutamente «generali [e, dunque, del tutto e inutilmente generici] e propositivi [??!!]», «senza gettare ombre …» e «senza interferire con le indagini».
La notizia a questo link. E a questo link il commento di Paolo Flores D’Arcais che titola “Il Presidente Napolitano ha messo il bavaglio al C.S.M.”.
Ma non è bastato, perché chissà cosa poteva ancora capitare a “Fofò”.
Né “Fofò” poteva aspettare ottobre con l’ansia di non sapere come andava a finire.
Così che la Procura Generale della Cassazione ha avviato un processo disciplinare.
E subito, come avevo previsto, si è detto: “Alt!! Stop!! Ma se c’è il processo disciplinare la procedura di incompatibilità si deve fermare”.
Ma non basta!
Perché la Procura Generale della Cassazione NON ha chiesto per “Fofò” alcuna misura cautelare.
Il risultato è nella agenzia di stampa che si può leggere a questo link.
Riporto qui sotto il testo integrale della agenzia (1). Il titolo dice tutto: «P3/ Atti Csm a pg Cassazione, STOP a trasferimento Marra».
In sostanza, “Fofò” resta saldamente al suo posto. E noi ci teniamo a presiedere la Corte di Appello di Milano (mica la bocciofila di Poggiofiorito) una persona nella imbarazzante situazione di “Fofò”.
“Fofò” è nato il 20.11.1938. E’ già ampiamente in età da pensione. Ma raggiungerà il limite massimo di età e sarà costretto alla pensione il 20.11.2013.
Dunque, a meno che il Governo non aumenti – come proposto per il Presidente della Cassazione Carbone, proprio su sollecitazione di Lombardi – il limite massimo di età dei magistrati, Milano tornerà ad avere un Presidente di Corte di Appello con un nomignolo più adeguato solo alla fine del 2013.
Perché sia chiaro chi fa cosa e perché, dovete sapere che le stesse Autorità che stanno gestendo il “caso Marra” hanno gestito poco più di un anno fa il caso “Salerno/Catanzaro”.
Quel caso nacque quando due pubblici ministeri di Salerno, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, si misero a indagare su fatti di malaffare proprio uguali uguali a quelli che hanno portato in galera in questi giorni Lombardi, Carboni & Co..
Subito il potere “insorse”.
Contro il malaffare?
Ma no!!! Contro Nuzzi e Verasani. E contro il Procuratore Capo Apicella, reo di avere permesso a Nuzzi e Verasani di adottare un decreto di perquisizione e sequestro poi ritenuto del tutto legittimo e confermato dal competente Tribunale del riesame.
E cosa ha fatto il potere nella vicenda “Salerno/Catanzaro”?
Il Presidente della Repubblica è intervenuto subito. Quella volta non per chiedere rinvii, ma interventi tempestivi.
I vertici dell’A.N.M. – il Presidente Luca Palamara e il Segretario Giuseppe Cascini – hanno pregato da tutte le testate giornalistiche il Ministro di intervenire al più presto.
Il Ministro Alfano è subito intervenuto, mandando Arcibaldo Miller, detto “Arci”, a inquisire i magistrati “buoni”. Si, proprio “Arci”. Lo stesso “Arci” che andava a cena a casa di Verdini con Dell’Utri, Caliendo & Co.. Ma non a parlare di cose “cattive”, ma della sua possibile candidatura (sua dello stesso “Arci”) a Presidente della Regione Campania (la notizia a questo link).
Quando si dice l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto: Arcibaldo Miller, detto “Arci”. Ovviamente, ancora saldamente anche lui al suo posto. Per evitare “cacce alle streghe”.
La Procura Generale ha avviato un procedimento.
Ma per Apicella, Nuzzi e Verasani è stata chiesta una misura cautelare.
E il C.S.M.?
Rapido e infallibile.
Nessun rinvio.
In pochi giorni il Procuratore Apicella è stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani sono stati cacciati dal loro ufficio.
Le loro indagini si sono fermate.
Perché siano stati cacciati non è chiarissimo. L’accusa più grave: la motivazione del decreto di sequestro troppo lunga !!!???
Chi volesse approfondire l’argomento troverà materiale di studio (79 articoli ) a questo link.
E ancora prima dei colleghi di Salerno, già Luigi De Magistris e Clementina Forleo erano stati trasferiti con provvedimenti velocissimi e di dubbia legittimità. Il trasferimento di Clementina, anzi, certamente illegale, come accertato e dichiarato dal T.A.R. competente.
Concludo e mi scuso per la lunghezza di questo scritto (ma credo che i fatti complessi abbiano bisogno di ricostruzioni complesse).
Luigi De Magistris, Clementina Forleo, Luigi Apicella, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani non sono più ai loro posti.
Sono stati cacciati grazie anche all’intervento del Presidente della Repubblica, del Ministro della Giustizia, della Procura Generale della Cassazione, dei vertici dell’Associazione Nazionale Magistrati.
“Fofò” e “Arci” (ma anche Caliendo e Marconi) sono saldamente ai loro posti e ci resteranno.
Grazie anche all’intervento del Presidente della Repubblica, del Ministro della Giustizia, della Procura Generale della Cassazione e – questa volta omissivamente – dei vertici dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Quali conseguenze dobbiamo trarre da tutto questo sembra inutile dirlo. E comunque è troppo doloroso.
Sembra, comunque, che si possa confermare quanto ho già scritto qualche giorno fa: c’è molto marcio dentro “La Magistratura” e un’operazione trasparenza non è mai neppure cominciata. Forse bisogna aggiungere: e c’è chi è attivamente impegnato perché non cominci mai.
In ogni caso, “La Magistratura” caccia tipi come De Magistris, Forleo, Apicella, Nuzzi e Verasani (che indagavano nei confronti dei ptreisti) e si tiene tipi come “Fofò”, “Arci” & Co. (che con i pitreisti ci vanno bellamente a cena).
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(1) P3/ Atti Csm a pg Cassazione, stop a trasferimento Marra
Roma, 21 lug. (Apcom) – L’avvio dell’azione disciplinare a carico del presidente della Corte d’appello di Milano, Alfonso Marra, farà venir meno il potere della Prima Commissione del Csm sul caso e porterà al blocco della procedura di trasferimento d’ufficio del magistrato. La Commissione di Palazzo Marescialli, alla fine, dovrà quindi trasmettere – è la spiegazione fornita a Palazzo dei Marescialli – i propri atti al pg della Cassazione: ciò significa che l’audizione di Marra, prevista per lunedì mattina, resta convocata, ma secondo i consiglieri il magistrato non si presenterà. Inoltre, svariati componenti della Commissione sono “amareggiati” dal fatto che, non avendo il pg della Cassazione chiesto alcuna misura cautelare a carico di Marra e con i tempi previsti dall’iter disciplinare, potranno essere necessari anche anni per arrivare a una soluzione della vicenda. Anni durante i quali, fanno notare a Palazzo Marescialli, Marra resterà al suo posto: essendo il magistrato nato nel 1938 e quindi prossimo alla pensione (mancano 3 anni), è il ragionamento a Palazzo Marescialli, potrebbe addirittura restare ai vertici della Corte d’appello di Milano fino a fine carriera. Nonostante questo ‘congelamento’, comunque, l’indagine della Prima Commissione del Csm continuerà e si allargherà anche agli altri magistrati coinvolti nell’inchiesta P3, per i quali al momento non è stato avviato alcun procedimento disciplinare.
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Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.