23 luglio 1987
Alessio Cerci può essere la freccia offensiva che tanto serve a Prandelli per scardinare le difese avversarie: a 26 anni l'attaccante del Torino è finalmente maturo e ai Mondiali in Brasile ha tutte le intenzioni di dimostrarlo. Nato il 23 luglio 1987 a Velletri, Cerci è uno dei prodotti di spicco del florido settore giovanile della Roma, in cui milita dal 2002 al 2006 e con cui vince, nella stagione 2004-05, anche un campionato Primavera. L'esordio in Serie A è precoce e arriva il 16 maggio 2004 a soli 16 anni di età: è Fabio Capello a notare il suo talento e a mandarlo in campo nella sfida di campionato contro la Sampdoria.
Il ragazzo però deve farsi le ossa e viene così mandato in prestito in Serie B prima al Brescia (esperienza nel complesso negativa) e poi al Pisa, dove incanta il pubblico dell'Arena Anconetani e conosce quello che diventerà il suo mentore, Giampiero Ventura. Nel 2008-2009 va in prestito oneroso all'Atalanta, ma la sua annata è contraddistinta più dagli infortuni che dalle prestazioni. Torna dunque alla Roma, ma sotto la guida di Claudio Ranieri non trova grande spazio (19 presenze e 3 gol, tutti segnati in Europa League contro Kosice e Cska Sofia). A fine anno la Fiorentina versa 4 milioni di euro nelle casse giallorosse e lo acquista a titolo definitivo, ma il carattere fumantino gli causa diversi problemi con la caldissima tifoseria viola. E' il Torino a dargli fiducia, acquistandolo il 23 agosto 2012 in comproprietà per 2,5 milioni di euro: sotto la Mole, ancora agli ordini di Ventura, Cerci esplode e guida i granata a due salvezze tranquille, componendo il secondo anno con Ciro Immobile una delle migliori coppie offensive della Serie A. E' decisivo in negativo nell'ultima giornata di campionato che potrebbe garantire ai granata l'accesso all'Europa League: sbaglia il rigore al 94' del 3-2 e spedisce il Parma in Europa.
Cerci ha fatto tutta la trafila delle selezioni giovanili dell'Italia. L'esordio in Under 21 arriva negli anni di Pisa, il 16 novembre 2007 sotto la gestione di Pierluigi Casiraghi. Viene poi convocato per gli Europei 2009, dove l'Italia giunge terza (eliminata in semifinale dalla Germania) e lui gioca poco, chiuso da altri talenti come Giovinco, Candreva e Balotelli. Le grandi stagioni con il Torino corrispondono alla prima chiamata di Prandelli per la Nazionale maggiore: esordisce il 17 marzo 2013 nell'amichevole contro il Brasile, e sempre in Sudamerica trova il terzo posto alla Confederations Cup. Brasile nel destino: se lo augurano tutti i tifosi dell'Italia.
La carriera di Cerci ha rischiato più volte di diventare quella di un talento sprecato. Ai tempi delle giovanili della Roma veniva addirittura soprannominato il 'Thierry Henry di Valmontone', la squadra da cui i giallorossi l'avevano prelevato. Carattere difficile quello del giovane Alessio, che soprattutto alla Fiorentina fece più volte arrabbiare la tifoseria viola: "Il mio rapporto con i tifosi - ha spiegato in un'intervista verso la fine della sua avventura in Toscana - non sarà mai un rapporto diretto: non mi vedranno mai correre sotto la curva, nemmeno per un gol. Perchè sono stato ferito, ferito dentro. Sono romano, e forse per quello mi chiamavano arrogante. Queste persone le terrò sempre a distanza". Per fortuna a Torino il suo talento sembra essere stato incanalato alla perfezione.