1 maggio 1987
Nato a Viterbo il 1 maggio 1987, Leonardo Bonucci inizia la sua carriera nelle giovanili della squadra della sua città, la Viterbese. Nel 2005 viene acquistato per la cifra di 40.000 euro dall'Inter che lo inserisce nella squadra Primavera. L'esordio in Serie A avviene proprio con la maglia nerazzurra il 14 maggio 2006 in un Cagliari-Inter terminato 2-2. In quell'anno Bonucci vinse il suo primo scudetto, assegnato d'ufficio all'Inter dopo lo scandalo calciopoli che coinvolse la Juventus. Nella squadra di Mancini, però, non trova spazio e viene così mandato in prestito prima al Treviso in Serie B e poi al Pisa di Giampiero Ventura. Nel 2009 finisce al Genoa come pedina di scambio nella trattativa che porta Milito e Thiago Motta a Milano.
A luglio però si trasferisce al Bari dove ritrova Ventura. Nella città pugliese trova il primo gol in Serie A in un Bari-Palermo del 30 gennaio 2010. Tra le fila dei galletti mette in mostra tutta la sua qualità di difensore roccioso e in grado di far ripartire l'azione. La Juventus lo acquista il 1 luglio 2010 per 15,5 milioni di euro. Il primo anno, sotto la gestione Delneri, segna 2 gol giocando 34 partite ma è con l'arrivo di Antonio Conte sulla panchina bianconera che si assiste alla consacrazione di Bonucci, grande protagonista dei 3 scudetti consecutivi.
In Nazionale, Bonucci ha disputato 35 gare debuttando il 3 marzo 2010 a 22 anni nell'amichevole col Camerun terminata 0-0. Alla seconda esperienza segna il suo primo gol nell'amichevole persa 2-1 col Messico mentre la sua seconda rete arriva il 3 settembre in Estonia-Italia.
Da panchinaro nel Treviso in Serie B nella stagione 2007-2008 a titolare inamovibile della Nazionale e della Juventus campione d'Italia per tre anni consecutivi. Questa è la strana storia di Leonardo Bonucci che in soli 4 anni è diventato uno dei più forti difensori centrali del mondo. Il merito, però, non è tutto del giocatore bianconero che, a più riprese, tende a sottolineare l'importanza di avere al suo fianco un mental coach, Alberto Ferrarini.
Questa figura professionale, spiega lo stesso Bonucci, ha tirato fuori il soldato che c'è sempre stato in Leonardo. "A Treviso stavo perdendo autostima, fiducia e la mia carriera era in pericolo. Con Alberto ho ritrovato serenità", spiega il difensore della Juve in un'intervista alla Gazzetta. Restano ovviamente ancora segrete le pratiche utilizzate dal motivatore per svegliare l'anima combattiva di Bonucci.