11 maggio 1984
La carriera di Iniesta inizia all'età di 8 anni, quando i genitori lo iscrivono nell'Albacete, club della città natale. Si mette subito in mostra e nel 1996, a soli 12 anni, viene notato durante il torneo Infantil de Brunete dagli osservatori del Barcellona che, dopo una breve discussione con la famiglia, lo portano alla Masia Catalana. Nella cantera blaugrana fa tutta la trafila sino alla formazione B, col quale gioca due stagioni. Il 29 ottobre 2002 Iniesta, appena 18enne, esordisce in prima squadra nel match di Champions League contro il Club Brugge.
Dopo 11 presenze e una rete in Liga nella stagione 2003-04, il centrocampista diventa titolare inamovibile con l'arrivo in panchina di Frank Rijkaard e in breve tempo diventa uno dei giocatori più forti al mondo nel suo ruolo. Nel 2007 si rincorrono voci di un suo probabile passaggio ai rivali del Real Madrid, ma Iniesta sceglie di legarsi a vita al Barcellona. Coi catalani vince tutto: sei campionati, sei Supercoppe di Spagna, due Coppe del Re, tre Champions League, due Supercoppe europee e due Mondiali per Club, classificandosi secondo al Pallone d'Oro 2010.
Da sogno anche il palmares di "Don Andrés" con la nazionale. Dopo aver vinto un Europeo Under-19 e un Mondiale Under-20, debutta nella formazione maggiore il 5 maggio 2006 nella sua città, Albacete, in occasione dell'amichevole con la Russia. Va al Mondiale in Germania, ma gioca solo una partita. Diventa presto il faro delle Furie Rosse, col quale vince l'Europeo 2008 da titolare e il Mondiale 2010 decidendo nei supplementari la finale con l'Olanda. Nel 2012 completa lo storico triplete vincendo pure l'Europeo 2012, venendo eletto dalla Uefa "miglior giocatore del torneo".
"Nonostante da piccolo preferissi giocare a futsal, non ho mai smesso di provare a fare il calciatore professionista". La curiosa frase, rilasciata qualche anno fa da Iniesta al sito del Barcellona, certifica la predilezione di Don Andrés per gli spazi stretti: tocchi di prima, rapidi e precisi. Col tempo però anche verticalizzazioni, lunghi lanci, inserimenti e tanti gol, tra cui quello decisivo nella finale di Coppa del mondo 2010: "Prima di partire per il Sudafrica ero depresso, stavo passando un brutto periodo - ha rivelato recentemente il centrocampista -. Quel gol all'Olanda mi ha guarito".