Senza Landon Donovan, lasciato fuori dal ct Klinsmann nelle convocazioni, è Clint Dempsey l'uomo simbolo della nazionale americana, forte di 103 presenze e 36 gol a partire dal 2004. Il texano nato il 9 marzo 1983 è un centrocampista con ottime doti tecniche, buona abilità, fiuto del gol e enorme personalità, cose che lo rendono anche un idolo del pubblico che segue il 'soccer'. Con gli Stati Uniti ha vinto due Gold Cup, nel 2005 e nel 2007, e ha perso in finale la Confederations Cup del 2009 in Sudafrica quando la formazione a stelle e strisce sorprese tutti.

La carriera professionistica di Clint Dempsey inizia nel 2004 e in due stagioni in MLS con i New England Revolutions ha perso il titolo in finale nonostante 26 gol in 84 presenze. Dopo i Mondiali in Germania sbarca in Europa a Craven Cottage con il Fulham: si conquista la tifoseria londinese con gol e grandi giocate e diventa un beniamino dei fan. In 6 stagioni totalizza 60 reti in 225 presenze e sfiora la vittoria in Europa League, persa nel 2010 in finale con l'Atletico Madrid. Nell'estate 2012 va al Tottenham (12 gol in 43 gare) ma poi decide di tornare gli Stati Uniti e vestire la maglia dei Seattle Sounders, club in cui milita tuttora.

Clint Dempsey è un giocatore dal carattere molto forte ed è un duro. Nel 2004 ha saltato appena due gare nonostante la mandibola rotta in uno scontro di gioco; nel 2006 è stato sospeso dai Revolutions per una rissa col compagno Joe Franchino e poi è stato fermato dalla MLS per gioco violento nei confronti degli avversari. Anche in Premier si è fatto sentire con due scontri molto duri con Terry del Chelsea (2007) e Jones del Manchester United (2007). Fuori dal campo Dempsey è conosciuto anche come cantante rap col nome 'Deuce': col suo sponsor Nike nel 2006 ha prodotto un pezzo intitolato "Don't Tread" intitolato alla memoria della sorella Jennifer che all'età di 16 anni è scomparsa per un aneurisma cerebrale.